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Map To The Stars, di David Cronenberg


Scheda

DATA USCITA: 21 maggio 2014
GENERE: Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: David Cronenberg
SCENEGGIATURA: Bruce Wagner
ATTORI: Julianne Moore, Robert Pattinson, Mia Wasikowska, John Cusack, Sarah Gadon, Olivia Williams, Carrie Fisher, Niamh Wilson, Jayne Heitmeyer, Emilia McCarthy
FOTOGRAFIA: Peter Suschitzky
MONTAGGIO: Ronald Sanders
PRODUZIONE: Prospero Pictures, Sentient Entertainment, SBS Productions, Integral Film
DISTRIBUZIONE: Adler Entertainment
PAESE: USA
DURATA: 111 Min

Per Hollywood, la sbarluccicante, ben oliata, malata e raccapricciante capitale dell’Impero delle finzioni, si aggirano un giovane autista di limousine con il sogno di diventare sceneggiatore, un piccolo attore prodigio con sulle spalle già una curriculum di successi al botteghino e dipendenza alle droghe, un’attrice ossessionata dalla vecchiaia e dalla propria madre, uno strambo psicologo delle star ed una ragazza appena arrivata dalla Florida, Agatha. Agatha è particolare, dal sorriso facile e solare, ed il suo corpo è percorso da segni di bruciature che tiene coperte, tranne quelle che le solcano una parte del viso. Ma non è l’unica cosa che nasconde…

Siamo chiari, però. Non vuole essere un film su Hollywood, né una critica, questo film non è Viale del Tramonto. Come d’altronde non lo era Mulholland Drive. Ma ad Hollywood, come nel capolavoro Lynchiano, pare esserci qualche oscura magia, qualcosa di innaturale, come se tra quelle grandi colline piene d’agrifogli si aggirassero spiriti produttori di visioni e fantasmi. Il film ha al suo centro la famiglia Weiss, composta da elementi disfunzionali e perseguitati dal passato. Di questo tratta Cronenberg, e non solo.
Non ha senso guardare Maps to the Stars senza conoscere gli ultimi quindici anni cronenberghiani, questo è film summa di tematiche che il regista canadese ha scandagliato in opere diverse e rielaborato nel suo ultimo lavoro, costatogli una decina d’anni di lavoro.
Dangerous Method e Cosmopolis sono le vie che portano a Maps to the Stars. Nel film sulla vita di Jung e Freud opposti punti di vista sulla psichiatria si fanno la guerra sulla lettura del mondo dell’inconscio e sulla malattia invisibile, quella mentale. Un film che ha capovolto il mondo narrativo del regista, che negli anni ottanta e novanta aveva fatto suo il cinema delle deformazioni e della crudezza della carne. Iper-visione che aveva lo scopo di costringere lo spettatore a capire che il centro della storia era la “mutazione” piuttosto che il “mutato”. La malattia come soggetto. E Maps to the Stars non è che un film sulle malattie mentali dei componenti della famiglia Weiss, di ogni suo elemento e di chi sta attorno a quella famiglia. D’altronde la “schizzata” per eccellenza nella storia è una delle pazienti del cialtronesco Dottor Weiss (John Cusack), Havana Segrand (Julianne Moore): stella crepuscolare, così ossessionata dalla figura della madre che sogna di interpretarla in un film biografico. Havana è perseguitata però dallo spettro della Segrand madre, che s’aggira nei suoi incubi ad occhi aperti con un corpo etereo e di splendida bellezza. I fantasmi come elemento chiave del film. Havana non è l’unica a parlare con gli spiriti (della mente?), ma anche il figlio del Dottor Weiss, Benjie (Evan Bird), stella prodigio ancora minorenne, ne è ossessionato, al punto da rischiare la pazzia.
E’ un gioco che disturba lo spettatore quello della presenza fantasmi. Morti che abitano la mente di due personaggi lontani tra loro, morti che parlano prevedendo il futuro e con un’allucinante coscienza del presente. Come se fossero più vivi dei vivi, come se Hollywood avesse mutato il potere dei sensi di chi abita tra quelle colline maledette. Di Dangerous Method si sentono, forti, i richiami alle teorie junghiane: in una delle scene più belle del film (non sto a dir quale per non rovinare il piacere della prima visione) quella che pare una fortunatissima coincidenza per la Segrand si dimostra una sincronicità* all’ennesima potenza.
In Maps to the Stars si ricollegano anche certe tematiche presenti in Cosmopolis. Se nel film tratto dal romanzo di Don De Lillo la limousine era un sistema chiuso, isolato dall’esterno, a sua volta mondo del caos, dominato anche in quel caso dalla malattia (e dal male), in Maps il mondo chiuso, della sicurezza, è quello che il Dottor Weiss cerca di creare inebetendo una moglie depressa e salvaguardando il figlio da oscuri segreti familiari. Hollywood è un paradiso di sesso e droga e successo, che sono d’altronde ben descritti non come corruzioni in sé, ma potenti analgesici, come se la stessa Hollywood altro non fosse che un gigantesco manicomio. E’ curiosa anche la presenza di Robert Pattinson, che in Cosmopolis era Eric Packer, il miliardario protagonista che girovagava nella sua limo, e che in Maps to the Stars ne è degradato ad autista.
C’è un filo conduttore per tutto il film. E’ la poesia Liberté di Paul Eluard**. Misterica, pronunciata da più personaggi, vivi e morti, si fa invocazione e preghiera. Ma soprattutto diventa essenziale per guidare il viaggiatore verso le stelle. Ed ancora Jung.

È un film complesso ed imperfetto quello di David Cronenberg, in apparenza debole e lento ad una visione da spettatore distratto, ma è un film potente nel sottosuolo dell’immagine e di complessa lettura.

*“Allo stesso modo in cui la psiche e la materia sono contenute in un solo e medesimo mondo, si trovano, inoltre, in contatto permanente e sono supportate – in ultima analisi – da fattori trascendenti INCOMPRENSIBILI; infatti, è possibile, e anche molto probabile, che la materia e la psiche siano due aspetti differenti della STESSA E UNICA COSA. I fenomeni sincronici mi sembrano volgere in questo senso : il “non psichico” potrebbe comportarsi come il “psichico”, e viceversa, senza che vi sia una relazione causale fra loro.” C. G. Jung

** “On my notebooks from school
On my desk and the trees
On the sand on the snow
I write your name
 
On every page read
On all the white sheets
Stone blood paper or ash
I write your name”

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=d2PF_vxWtcM[/youtube]

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