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American Splendor – Crash

2014 - C-Frames Production\Goat Man Records
Lo-fi\spokenword

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Tracklist

1.See
2.Eastern Lights
3.Mouth
4.Blissed Out
5.A Minor Tune
6.Laminates

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In un maggio afoso gli ascolti notturni si susseguono con dischi come To Be Kind(Swans), The Serpent & The Sphere (Agalloch) e l’ultimo lavoro “solare” degli Alcest. Tra questi lunghi ascolti ho avuto l’occasione di sentire un progetto italiano che ha riempito molti buchi nelle mie insonni notti.

Il progetto ad opera Maria Teresa Soldani si chiama American Splendor ed è prodotto C-Frames Production e Goat Man Records. Crash è il nome di questo disco, formato da sei tracce. Oltre a Soldani nel progetto sono coinvolti Ramon Moro (3quietmen) ad alcuni strumenti e diversi interpreti vocali come Michele Sarda, Enrico Viarengo (New Adventures in Lo-Fi) e Simone Stefanini (Verily So, Small Giant). Interpreti necessari e degni di intonazione perché questo Crash è fatto da tanti piccoli capitoli raccontati su sonorità rumorose, ambient e sperimentali che danno una visione crepuscolare e vibrante del mondo quasi ad essere paragonata ai mondi urbani deliranti di Celine. La bomba viene subito sganciata con la prima traccia poiché See ha quella malinconia di Sunset Mission dei tedeschi Bohren & Der Club Of Gore. Un gruppo di roulotte, una strada asfaltata verso sud e cani che vengono dal nulla nascono da una voce maschile sussurrante ma decisa. Eastern Lights si apre in mondo minimal-noise e poi sfocia verso un post rock, post apocalittico, post-a-tutto. Mouth sfugge dai possibili rimandi con i Massimo Volume e propone un esperimento più cantato e più magico. In un mondo oscuro pare che Mouth rappresenti un raggio di luce. E la frizzante musicalità di Blissed Out? Tutto il disco è un continuo mutamento di colori, forme e storie che pero’ non si contrastano tra di loro ma creano un mondo equilibrato e credibile. Macabro, sputato, reale ma anche solare e con qualche speranza. Una ruota che gira. Nel bene e nel male. In punta di piedi, i sussuri che provengono da A Minor Tune aprono la pista all’ultimo ballo con la conclusiva Laminates, il disco come è iniziato ora si conclude.

Crash è un disco piccolo piccolo, fatto con cura e senza troppi fronzoli. È una bella esperienza auditiva che è un peccato perdere. La scommessa ora è su che cosa diventerà e come si svilupperà il progetto American Splendor.

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