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La Sedia Della Felicità, di Carlo Mazzacurati


Scheda

Titolo originale: id.
Regia e soggetto: Carlo Mazzacurati
Sceneggiatura: Carlo Mazzacurati
Musica: Andrea Guerra
Nazione: Italia 2013
Genere: commedia
Durata: 98’
Cast: Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Raul Cremona, Daniele Mazzocca, Milena Vukotic, Roberto Citran, Mirko Artuso, Roberto Abbiati, Natalino Balasso
Uscita: 24 aprile 2014
Produzione: BiBI Film e Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Voto: 8

Dino, un tatuatore, e Bruna, un’estetista, vengono a conoscenza dell’esistenza di una sedia imbottita di un prezioso tesoro che potrebbe risolvere i problemi economici di entrambi.

Nell’operoso nordest, fra le lande sopra Jesolo e il suo lido, si aggira un’umanità costituita da un gruppo di amici, per la precisione di amici del regista Carlo Mazzacurati, capace di redigere il proprio testamento rendendolo degno della propria trasversalità e della sua surreale comicità.
Traendo spunto dal romanzo russo “Le dodici sedie” di Petrov, il regista padovano riesce a catturare l’attenzione dello spettatore imponendo Valerio Mastandrea come co-protagonista assieme a Isabella Ragonese, sfruttando la verve comica del primo unito alla semplicità della seconda, facendo di un professionista dei tatuaggi, diviso dalla moglie e con figlio a carico, un moderno Charlot capace con il suo semplice comportamento di strappare ben più di una semplice risata. Completa la pellicola un Battiston forse troppo al di sopra delle righe, ma che non ha tolto davvero nulla a una splendida opera di un regista che ha sempre saputo raccogliere sia i favori della critica che gli applausi del pubblico, un regista che non ha voluto risparmiare nessuno dei suoi numerosi attori feticcio, da Silvio Orlando a un Albanese per l’occasione ‘duplicatosi’ sino al cameo donato all’amico Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna della quale lo stesso Mazzacurati era presidente dal 2011.

Un film da vedersi tutto d’un fiato, un film a lieto fine, un film poetico come solo certe pellicole possono essere, una pellicola che solo Carlo Mazzacurati, e pochi altri, avrebbe potuto e saputo firmare.

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