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Interviste

Intervista ai PAGLIACCIO

pagliaccio

Abbiamo fatto due chiacchiere con uno dei tre Pagliacci. Precisamente con il capo del circo, il Pagliaccio 1. Abbiamo parlato di tante cose, soprattutto di thrash metal e di alta moda.

Ve l’avranno chiesto in mille, ma non me ne importa molto perché sono curiosa anche io. Quindi ditemi: perché “Pagliaccio”? Siete per caso tre “Pennywise”?
Quella del pagliaccio è una immagine fortemente evocativa, e che secondo noi ben si adatta alla nostra musica: il pagliaccio indossa una maschera per farti ridere, è la sua missione, ma sotto c’è altro, una persona, dei contenuti, una certa malinconicità di fondo. Questa è secondo noi la nostra musica: facile ascolto, orecchiabile ma con una doppia chiave, soprattutto per quanto riguarda i testi, tagliente e “seria”. E’ lo specchio della contemporaneità, per farti sentire fare il Pagliaccio può essere molto utile, poi quando ti ascoltano fai pian piano passare i contenuti.

“NON è un cantautore italiano, pur essendo italiano, NON è nemmeno una indie rock band perché suona parecchio pop, NON è nemmeno una pop band perché ha un approccio abbastanza indie”. No, seriamente: se doveste dare una definizione al vostro genere, quale sarebbe?
Seriamente a un Pagliaccio non lo puoi dire!! Se ci tieni… facciamo “indie-pop”?

Quali sono i musicisti, i gruppi, i cantautori che hanno influenzato il vostro stile? P.s. gli Slayer per davvero c’entrano qualcosa? E Dente?
Ascoltiamo e abbiamo ascoltato di tutto, dall’elettronica all’hip hop all’indie al pop…E ovviamente ascoltiamo tutti i cantautori contemporanei ma paradossalmente al di là dell’utilizzo ad esempio dell’ironia come espediente narrativo, non condividiamo molte altre cose con loro, soprattutto dal punto di vista di arrangiamenti ed attitudine. Se consideriamo i cantautori classici invece, possiamo dire che come scrittura e come approccio sul palco traiamo forse più ispirazione dai “cantautori rock” come ad esempio Bennato e Graziani. Per i testi, pescando nel classico, le influenze vanno da Piero Ciampi a Gaber a Bennato stesso.Gli Slayer citati nella nostra biografia sono un nonsense, per quanto li abbiamo ascoltati in gioventù. Dente è in assoluto uno dei migliori della nuova leva, con un talento nella scrittura e nei testi davvero da fuoriclasse. Ah, e poi un nome su tutti: Beck.

È giusto dire che, per quanto riguarda i vostri testi, prendete ispirazione dalla gente comune, dalla vita di tutti i giorni?
Si giustissimo, non sarà originalissima come cosa ma è la nostra linfa vitale. Però non è fine a se stessa: traiamo spunto dalle piccole cose quotidiane per affrontare grandi temi o valori. Ad esempio “Irresponsabile” parla di immondizia, che è ciò che di meno importante possiamo avere, ma in realtà è una riflessione sarcastica sulla scarsità di volontà e di coscienza nell’affrontare la nostra responsabilità sociale.

“Eroironico” è il vostro primo album: com’è nata l’idea di questo disco e come si è concretizzata nel tempo?
E’ nata in modo quasi improvviso, impulsivo.. Su “Eroironico” sono incisi i primi pezzi che abbiamo scritto, solo un brano è rimasto fuori dal disco. Per certi versi il disco è stato prematuro, per certi altri la nostra salvezza. La realizzazione concreta del disco, sebbene non rispettasse ancora magari completamente il nostro suono definitivo, è stata una concretizzazione di un progetto, ha accelerato tutti i tempi, era come dire “ok ora esistiamo davvero, che facciamo”? Dal disco è nato tutto, la nostra formazione definitiva, il nostro approccio superdeterminato a emergere, il nostro impegno, la nostra forza di volontà.

Con quali colleghi vi piacerebbe collaborare in futuro?
Con chiunque abbia apertura mentale, umiltà, belle idee, cultura e sensibilità artistica.

Il 16 luglio aprirete al concerto dei Lumineers e The Passenger al Rock in Roma: siete emozionati per questa esperienza? Con chi vi piacerebbe esibirvi live?
Sì, siamo molto emozionati e carichi. Suonare su palchi del livello di Rock In Roma è una esperienza importante per un gruppo emergente, e in qualche modo un test. Abbiamo recentemente avuto modo di suonare davanti a 2-3 mila persone al Bandzilla di Saronno in apertura ai Tre Allegri Ragazzi Morti ed è stata una esperienza indimenticabile.. adrenalina a mille ma voglia di stare sul palco per ore e ore e addirittura la scioltezza e la sicurezza portata da avere una risposta di pubblico così importante. Insomma, anche se è una esperienza ansiogena, sorprendentemente viene tutto più facile.

Capannelle non è molto distante da casa mia. Dopo che avete finito con il Rock in Roma, venite a farmi un bel concertino privato? Il Rock in Casa di Francesca. Vi pago in roba da bere.
Affare fatto! Tra l’altro la dimensione house concert l’abbiamo sperimentata più volte e ci piace moltissimo per l’intimità ed il feeling che riesce a crearsi con il pubblico…Portiamo anche i Lumineers e Passenger, ci hanno chiesto se possono venire anche loro.

Cosa avete in cantiere? Quali progetti state portando avanti? Dove vi piacerebbe arrivare?
Abbiamo in cantiere un nuovo disco, sul quale cominceremo a lavorare questa estate. Al momento stiamo costruendo la squadra che lavorerà con noi sul disco (management, booking, produzione artistica) ed è un lavoro complesso e delicato, e no vediamo l’ora di arrivare alla fase in cui dobbiamo solo suonare e registrare. Questa estate inoltre inseriremo un nostro brano nella compilation di Tempesta Dischi ( grazie al Premio Buscaglione) e continueremo a suonare un po’ in tutta Italia, che è la cosa che ci piace di più fare. Ci piacerebbe arrivare a tutti e ovunque, non siamo “indie snob” e ci piacerebbe arrivare a tutti. Vorremmo inoltre arrivare a garantirci uno stipendio con la musica, anche uno stipendio umile eh.

Ultima domanda, ma non meno importante delle altre: di chi è stata l’idea dell’abbigliamento elegante (uhm…) che sfoggiate durante i live? Il farfallino rosso ad esempio. Che si intona perfettamente con i miei capelli e con un mio foulard, tra l’altro. Me ne regalate uno?
Uhm, l’idea dell’abbigliamento è venuta più per caso, per la necessità e la voglia di avere un tratto distintivo. C’era l’urgenza di trovare una soluzione per il primo concerto, è nata così e poi senza dirci niente è andata avanti così e ci siamo affezionati. Ma non è detto che sia una scelta definitiva… Per il papillon affare fatto! Però lo vieni a prendere a un nostro concerto!

Ridi, Pagliaccio. Quel papillon sarà MIO.

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