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Mastodon – Once More ‘Round The Sun

2014 - Reprise Records
heavy metal

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Tracklist

1. Tread Lightly
2. The Motherload
3. High Road
4. Once More ‘Round The Sun
5. Chimes At Midnight
6. Asleep In The Deep
7. Feast Your Eyes
8. Aunt Lisa
9. Ember City
10. Halloween
11. Diamond In The Witch House

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Se ne dicono tante sui Mastodon. Quella che mi viene in mente appena qualcuno cita il gruppo è che dal vivo facciano alquanto pena; sai com’è, non essendo ‘sti gran cantanti non riescono facilmente a coordinarsi mentre suonano, così spesso pezzi come Oblivion diventano alquanto penosi. Questo era anni fa quando l’ho visti, però, magari son tremendamente migliorati e il fan di turno già vorrebbe infilarmi le dita negli occhi, ma non siamo qui per discuterne i meriti dal vivo, bensì quelli da studio.

Di nuovo intorno al sole vanno i nostri, aprendo con una Tread Lightly che ha tutti i marchi di fabbrica che vi aspettereste da un loro album del 2014: riff concentrati, discreta perfomance vocale, un assolo breve e minimamente ispirato e gli inconfondibili ritmi semi-prog di Brann Dailor.
E’ proprio il batterista a cantare sulla discreta The Motherload, confermandosi il mio vocalista preferito del gruppo (eh lo so, c’ho gusti strani), capace di entrarti subito nell’orecchio e non uscirne più come il peggior vermetto, sicuramente più del singolo High Road. Chimes at Midnight, invece, riesce davvero a spaccare le ossa, avanzando sicura mentre Sanders dipinge uno scenario apocalittico e strilla “into the void I go” come se non ci fosse un domani, anche se ci sarebbe piaciuto sentire molti più urli furiosi di Hinds.
Immagino nessuno si stupirà se dico che Ember City è un pezzo della madonna, al di là del buon Dailor che si chiede “What do I say to you?” c’è un assolo da corde fuse che vi regalerà diversi orgasmi gratuiti.
Liricamente, i Mastodon girano con un sorrisetto divertito intorno all’argomento “morte”, trasformandolo nel ben più seducente “cosa faresti se questo fosse l’ultimo anno della tua esistenza?” e dunque, niente di particolarmente nuovo né originale.

L’impressione, se non fosse già chiaro, è che il gruppo di Atlanta abbia ormai costruito un certo sound e un songwriting piuttosto fermo. Su Once More ‘Round the Sun i quattro continuano il discorso aperto con The Hunter, con minimi aggiustamenti, qualche scelta incomprensibile (i cori che chiudono Aunt Lisa chi l’ha decisi?) e tutto il resto fisso nel tempo. Si son chiaramente messi in testa di voler piacere sia al metallaro di turno che al rockettaro che pensa che i Foo Fighters siano l’unica band decente rimasta. Personalmente la trovo una strada che riserverà solo delusioni per chi li apprezzava ai tempi di Leviathan, ma pazienza.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=6Aw1WnNVcYw[/youtube]

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