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Dog Fashion Disco – Sweet Nothings

2014 - Rotten Records
metal/alternative

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Tracklist

1. Greta
2. War Party
3. Scarlet Fever
4. Tastes So Sweet
5. Doctor’s Orders
6. Envy The Vultures
7. Approach And Recede
8. Down The Rabbit Hole
9. We Aren’t The World
10. Struck By Lightning
11. Sweet Nothings
12. Pale Horse
13. End Of The Road

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Come Hollywood ormai campa solo di remake e reboot (la cui differenza si assottiglia ogni giorno di più), anche il campo musicale pullula di reunion che puzzano di decomposizione, dischi nuovi di gruppi ormai dimenticati, ultimi tour che poi non si rivelano tali e così via.
In realtà per i Dog Fashion Disco il discorso è diverso, visto che il loro ultimo lavoro Adultery è, sì, del 2007, ma da allora i membri son rimasti occupati in numerosi progetti paralleli e così è difficile parlare di un vero e proprio vuoto lasciato dalla band. Parlerei piuttosto di un ritorno ai vecchi amori, fortemente voluto da coloro che hanno donato i loro sudati soldini su Indiegogo per far uscire Sweet Nothings.

Jasan Stepp e Todd Smith sono la coppia onnipresente (nei vari El Creepo!, Polkadot Cadaver, Knives Out!, ecc) e ritornano più forte che mai anche in questo caso.
Dopo un inizio elegantemente retrò con la notevole Greta, un riff alla Slayer annuncia che le cose si fanno serie e veniamo assaliti dalla piacevole War Party. La guerra affrontata come una grossa festa a cui nessuno vorrebbe partecipare ma che permette a pochi di guadagnarci bei soldini, metal dalle tonalità aggressive, intervallato da un piacevole assolo di fiati del buono Matt Rippetoe, forse colui di cui più si sentiva la mancanza. Quest’ultimo se la spassa come non mai, trovando spazi preziosissimi su pezzi come Doctor’s Orders, mentre Stepp si lancia addirittura in un assolo di chitarra (credo il primo e unico nella discografia del gruppo) nella discreta Approach and Recede.
Scarlet Fever segue una traccia simile, anche se con toni più melodici, e il primo singolo Tastes So Sweet spinge particolarmente sul pedale “Mr. Bungle”, portata avanti da un ritornello che sembra quasi uscito da una Las Vegas di Hunter S. Thompson. Envy the Vultures riesce a collocarsi senza dubbio nella top 15 dei DFD, rivelandosi sempre di più a ogni ascolto, finendo per entrarvi nelle orecchie col suo ritornello malinconico che intervalla le violente strofe.
Il disco scorre via tranquillo, senza particolari pezzi poco riusciti né momenti elevati, con una qualità piuttosto uniforme, in questo senso sicuramente meglio della media di quel che avevamo ascoltato dai nostri folli amichetti negli ultimi anni.
End of the Road conclude con la solita nota lenta e melodica che ci aspettiamo, ma con delle piacevoli sorprese e cambi di ritmo che riescono a evitarci la sonnolenza.
La domanda però rimane, cosa aggiunge Sweet Nothings a quel che i Polkadot Cadaver non abbiano già fatto? Francamente, al momento, non molto: purtroppo il tono artistico e folle di Adultery viene parzialmente abbandonato, a favore di una collezione di canzoni che si colloca a metà tra Committed to a Bright Future e Last Call in Jonestown. La scrittura di Smith è la causa principale, il nostro sembra bloccato sugli stessi argomenti da anni: morte, guerra, religione. Di per sé si potrebbero riempire dodicimila album con questi, ma alla fine si spinge sempre sugli stessi aspetti e liriche come “Pleasure is now a mistress to enslave me” o “Sweet nothings whispered in my ear / Tell me all you crave now tell me all you fear” suonano alquanto stantie. Sicuramente meglio riesce We Aren’t The World che affronta a piena faccia il problema dell’ennui e dell’ incontrollata riproduzione dell’essere umano.

Insomma. Se un burlone decidesse di spacciarvi l’album come il nuovo dei Polkadot Cadaver, difficilmente avreste modo di trovare qualche forte indizio dello scherzo. Questo, naturalmente, non è una critica ma più la considerazione che riesumare il marchio Dog Fashion Disco ha decisamente più senso in sede live, in studio ormai sembra che Stepp e Smith siano fin troppo influenzati da loro stessi per riuscire a dare una netta svolta alla discografia della band.
Almeno per ora, aspettiamo il nuovo lavoro e vediamo…

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Gqi43SuoGhY[/youtube]

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