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AC/DC, accuse pesanti per Phil Rudd

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Phil Rudd, batterista storico della rock band AC/DC, è comparso questa mattina davanti ai giudici in un tribunale neozelandese per rispondere di istigazione all’omicidio, minacce e possesso di sostanze stupefacenti. La vicenda, secondo le autorità giudiziarie, risalirebbe alle scorso 25 settembre e sarebbe venuta alla luce dopo un blitz della polizia nell’abitazione di Rudd, nella cittadina di Tauranga, in Nuova Zelanda, dove vive e gestisce un ristorante.

Blitz durante il quale sarebbero state rinvenute in casa del batterista sostanze stupefacenti come metanfetamina e cannabis. Le accuse di istigazione all’omicidio e minacce fanno riferimento al presunto tentativo di assoldare dei killer per compiere due omicidi e rappresentano, ovviamente, le accuse più pesanti e pericolose, dal punto di vista legale, per il membro degli AC/DC. Se tutto l’impianto accusatorio dovesse essere confermato, durante il processo che inizierà il prossimo 27 novembre, Phil Rudd rischia una pena massima fino a 10 anni di detenzione.

Nell’attesa è stato disposto un rilascio dopo il pagamento di una cauzione e l’obbligo per Rudd di non abbandonare la sua abitazione e non avere contatti con le persone coinvolte nel caso. Non esiste, al momento, alcuna dichiarazione ufficiale rilasciata dallo stesso Rudd, solo un commento da parte dell’avvocato del batterista, che afferma che il suo cliente è piuttosto scioccato dalla vicenda.

Gli AC/DC sono in attesa di rilasciare il loro nuovo album di inediti, “Rock or Bust“, il prossimo 2 dicembre, il primo dopo l’abbandono del gruppo da parte di Malcolm Young, affetto da una grave forma di demenza. Già a partire dalle prossime ore potrebbero esserci aggiornamenti riguardanti la vicenda. Stay tuned!

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