Li avevamo lasciati nel 2008 con “La Fine Del Mondo”, album di successo e portatore dell’omonima e martellante hit, ed ora, dopo ben sei dall’ultima volta, i Marsh Mallows ritornano con prepotenza con “V”, quinto lavoro che porta con sé una maggiore maturità e consapevolezza ma, soprattutto, tanto punk rock.
“Ciò Che Non Mi Va”, singolo di lancio, apre le danze di un album che è una sorta di montagne russe vissute in loop. Lo stile, perfettamente riconoscibile, unisce un rock moderno e in italiano ad un mix di sfumature di genere che denotano una certa varietà di spunti.
“Futuro Fragile”, con un sound che porta indietro di una decade, è uno dei tanti pezzi da novanta contenuti nell’album. Il testo, oltre ad offrire parecchi spunti di riflessione, si appoggia alla batteria ben pestata di Teo e ad un riff che rende meno malinconico l’insieme. “Lei (Svalvolate Conclusioni)”, molto revival nel sound, è fin da subito coinvolgente e accattivante. I concerti sono fatti per rilassarsi, emozionarsi, cantare e, spesso e volentieri, saltare e “Lei (Svalvolate Conclusioni)” offre tutto questo senza troppe remore. Se con quest’ultimo pezzo avete fatto il pieno di adrenalina, “Interlude” pone un freno e ci permette di recuperare buon parte dell’ossigeno prima di ributtarsi nell’ascolto della seconda parte dell’album.
“Protagonisti Della Storia”, molto metal e molto accattivante, è il brano meglio riuscito di questo album: qui abbiamo un testo pensato che si intreccia perfettamente ad una parte musicale che riflette le emozioni delle parole, ritornello e strofa che si completano a vicenda e un sound che svecchia e rinnova lo stile della band. Skippando di qualche traccia ci si imbatte in “Impazzisco A San Francisco” e “Mad Bread”, brani storici riproposti oggi sotto una nuova vesta che valorizza ancora di più ciò che è stato fatto nel passato. L’album si conclude, forse troppo in fretta, con le cover di “Alien” e, soprattutto, di “Civil War”.
Li abbiamo aspettati tanto, per tanto tempo ci sono mancati e, ad un certo, sembrava non tornassero più, ed invece i Marsh Mallows ci sono e, rispetto al passato, sono più in gamba e più carichi che mai. “V”, oltre ad un grande ritorno, segna anche un’importante svolta che porta con sé l’evoluzione e la storia di una band che ha contribuito attivamente a tenere alta ed attiva la scena punk rock italiana.
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