No. Gli amanti del genere richiamato dal nome del gruppo saranno delusi, perché gli Adult Jazz non fanno jazz. O almeno non strettamente. Ma qualcosa dell’essenza del jazz c’è. E forse la band di Leeds, magari senza volerlo, ha coniato un nuovo termine all’interno del quale si ritrova perfettamente a proprio agio.
C’è chi lo definisce art-pop, chi nu jazz, chi avant-guarde. Gli Adult Jazz esordiscono con le loro sperimentazioni e già da ora convincono parecchio. Un fritto misto calcolato al millimetro che del jazz riprende una certa attitudine all’improvvisazione, alla poliritmia, alla ricerca di un certo ed intenso modo di comunicare qualcosa. L’organo viscerale, lo “urban jazz” e la voce leggermente distorta e lunatica di “Hum”, le continue variazioni, il divertente canto scat e le dissonanze quasi “swing” di “Springful”, il “soul” orientaleggiante di “Idiot Mantra”, lo stravagante “hip-hop” di “Be a Girl”, l’ “acid jazz” di “Am Gone”, la velata malinconia poliedrica di “Spook”, dolce “ballata”: la musica di questi quattro inglesi è in continua mutazione e prende le forme più inaspettate da un momento all’altro. Interruzioni, ritmiche frantumate, toni pungenti con gli angoli smussati da una leggerezza smooth che aleggia nell’aria dall’inizio fino alla fine del disco. Del jazz c’è una forte influenza che si fonde con altre sonorità derivate dall’elettronica, dal post-rock, da tradizioni musicali popolari lontane da quelle europee.
“Gist Is” è un’opera d’arte che si aggiunge a quei coraggiosi e ben riusciti tentativi di superare il bisogno di inquadrarsi necessariamente in una precisa definizione. L’espressione estrema, il prodotto finale della fantasia unita al talento di un gruppo emergente ma con le intenzioni già molto chiare. Una sorta di “free-jazz” futuristico ma non troppo. Forse, per l’appunto, in un certo senso adulto. Sul tutto, ciliegina sulla torta, troneggia la bella e morbida voce boniveriana del frontman Harry Burgess.
Eclettico, forte, maturo, con una personalità già delineata. “Gist Is” è un album geniale, piacevole nella sua complessità. Brian Bromberg, gli Alt-J e i NoJazz in un colpo solo. Veramente arduo da descrivere con le parole. Quindi lasciate parlare la loro musica.
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