Marcello, uno psicanalista di successo, cade in depressione per ragioni di salute e decide di interrompere la propria attività. I suoi pazienti, tutti quanto meno singolari, cercheranno di aiutarlo ad uscire dal suo stato depressivo assieme all’aiuto di un altro psicanalista.
Già Carlo Verdone nel 2003 con Ma che colpa abbiamo noi aveva esplorato il concetto di analisi di gruppo in chiave comica, caratterizzando con una vena malinconica un gruppo di autoanalisi necessario alla sopravvivenza dei suoi componenti. In questa pellicola Massimiliano Bruno, regista sceneggiatore e capo – comico di gran livello, aggiunge al concetto di mutuo soccorso un ritmo sempre molto serrato, caratterizzando anche in tal caso alla perfezione tutti i personaggi; dall’uomo di mezza età con scariche nervose, al quarantenne ancora prigioniero dell’affetto materno, alla coppia in crisi; dalla ninfomane innamorata di pratiche fetish, allo spacciatore di droghe leggere, sino alla ex segretaria innamorata segretamente del suo datore di lavoro.
Un film che fa ridere, sorridere, riflettere, fra battute indimenticabili, caratterizzazioni mai sopra le righe; con un Marco Giallini che lo stesso Bruno ha atteso per creare una coppia comica inedita assieme a Bisio, un’attesa ampiamente ripagata dal risultato finale che strappa numerose risate e che può trasformare questo piccolo gioiello, il terzo da regista dello stesso caratterista Romano, dopo Viva l’Italia e Nessuno mi può giudicare, in una ennesima pellicola da non perdere.
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