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Today Is The Day – Animal Mother

2014 - Southern Lord
sludge/metal/post-core

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Tracklist

1. Animal Mother
2. Discipline
3. Sick of Your Mouth
4. Imperfection
5. Law of The Universe
6. Outlaw (Acoustic)
7. GodCrutch
8. Divine Reward
9. Masada
10. Heathen
11. Mystic
12. The Last Strand
13. Outlaw
14. Bloodwood
15. Zodiac

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No, beh, Steve Austin coi suoi Today Is The Day ha di nuovo tirato fuori una perla incandescente da non so quale cazzo di cappello magico. Cioè..ancora! Poi, beh dai oh, ci saranno i mille nostalgici detrattori metallari della minchia che diranno che il nuovo disco è una merda e che son vent’anni che ascoltano solo “Supernova” ma a me fottesega, Steve Austin è un coraggioso bastardo, così l’ho conosciuto e così continua ad essere, anche con questo “Animal Mother”.

Anzi, che cazzo dico mai, con questo disco spinge il coraggio oltre i limiti che già conosciamo, perché è davvero il disco più “in là” della produzione TITD. Non ci credete, malfidenti metallari della fava? Allora abbiate il coraggio di godervi “Outlaw (acoustic)”, delirante acusticismo melodico (eh sì, fatevene una ragione, ma poi tranquilli che c’è pure la versione pesante, così non frignate) infettato da una voce supercreepy quanto carezzevole (se vi piace farvi carezzare da un demone degli abissi più oscuri) e infilzato da sontuosi spiragli noise che fan maluccio alle sinapsi. La stessa title-track è foriera di questa benedetta bravery, un monolite disperato e sludge, tribale e mutilato da distruzioni elettrogene che passano sottopelle, che abbassa i toni sul finale diventando un deleterio funerale elettronico o un rituale di acidi industriali tipo “2001 Odissea nello spazio” su una nave in rovina che ci accompagna sulle storture noise-rock di “Discipline” o ancora sull’industrialità da sberle sui denti degli ultimi (inutili) Ministry di “Sick Of Your Mouth” che parte a cannone e a cannone finisce. Allucinanti i cambi ritmici della tortuosa “Masada” tanto quanto il riff circolare ed ipnotico di “Mystic” che porta la mente nei peggiori recessi dello schifo. Mai come ora la voce di Steve è stata così intarsiata dall’odio e dalla disperazione e in tutto il disco scorre un rivolo di sangue nero dalla guisa di grida disumane mischiate a mutazioni vocali di livello, esempio è la splendida “The Last Strand” accompagnata da tastiere prog venate di malattia. Ne avete abbastanza? Sbagliate perché ad impreziosire il tutto ci trovate pure una cover dei Melvins (e un bel bestemmione da bravi metallusi non ce lo mettete? Mettetecelo). Quale? Ah, sì, è “Zodiac”, tramutata in delirio grindifero su tempi medi che fa male al culo tanto è stronza e paranoica.

Dai, mica pensavate che il disco metal dell’estate (eh? Ah tipo “Hit Mania Metal” 2014) fosse quella porcheria degli Slipknot?

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=rg2hszbaEgw[/youtube]

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