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Alessandro Grazian – L’Età Più Forte

2015 - Autoproduzione
songwriting

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Tracklist

1. L’età più forte
2. Satana
3. Lasciarti Scegliere
4. Corso San Gottardo
5. La risposta
6. Anastasia
7. La meglio volgarità
8. Se io fossi una band mi scioglierei
9. Quasi come me
10. Noi Noi Noi

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Dopo aver suonato nei dischi di Nada, Edda e Federico Fiumani, Alessandro Grazian ha concluso il 2014 con un suo nuovo disco, realizzato grazie a una soddisfacente campagna su Musicraiser.
Un’introduzione strumentale di neanche trenta secondi apre e dà il nome al disco: L’età più forte. I lavori precedenti – Caduto (2005), Indossai (2008) e Armi (2012) – avevano un filo rosso che li univa: copertina in bianco e nero, una sola parola a comporre il titolo.

L’età più forte non solo quadruplica il numero dei vocaboli del titolo, ma regala anche una copertina a colori. Più parole e più sfumature, per una maggiore articolazione che si rintraccia anche addentrandosi nelle dieci tracce che compongono il disco.
I lavori precedenti erano molto improntati e compatti: Caduto e Indossai fanno parte di quella schiera di dischi con un suono ben preciso, quel suono che rimane nella mente più di ogni singolo episodio. L’unità del tutto racchiude e sovrasta le singole canzoni. I due dischi degli anni zero erano molto improntati, definivano la cifra di Grazian come cantautore raffinato, un po’ retrò, con testi densi cantati in maniera sofferta ed elegante al contempo.
Sarà proprio per questo che Armi sbalordì tutti e fu definito disco della svolta: un approccio viscerale, ruvido, immediato, elettrico, che però non recideva del tutto i legami con la canzone d’autore. Anch’esso, in modo del tutto diverso, rimane un disco molto improntato e caratterizzato.
L’età più forte, invece, sembra voler essere meno indirizzato, meno dominato da un tratto distintivo, ma più vario. Forse più slegato, sicuramente più frastagliato, articolato, colorato. Come se, stavolta, non fossero nate tante belle canzoni da un’idea, ma che tante belle idee avessero portato a molteplici canzoni. L’anima classica di Caduto e Indossai si è incontrata con quella graffiante di Armi, ma sono rimaste separate e distinguibili: conviventi e indipendenti.
Si passa dalla poeticità onirica di Satana all’ossessività di riff e ritornello di Lasciarti scegliere; dalla dolcezza di Anastasia, all’allegra e accattivante orecchiabilità de La risposta.
Corso San Gottardo e Quasi come me rimandano ai primi lavori per la loro struttura musicale e per la compostezza del cantato, mentre Se io fossi una band mi scioglierei suona quasi sguaiata, sicuramente rabbiosa, due minuti incalzanti di istinto punk nei quali tre slogan si susseguono, ripetuti a oltranza (se io fossi una band mi scioglierei/status quo/ prendi un nome d’arte, mettilo da parte).
Chiude l’album Noi noi noi, pezzo di particolare bellezza che spicca su tutti gli altri, tra delicatezza del cantato e urla soffocate in dissolvenza.

Probabilmente, ritrovandosi tra le mani L’età più forte, tra qualche anno, non ci assalirà quell’idea di elegante classicità come con Caduto e Indossai, e nemmeno l’idea della svolta rock di Armi, ma penseremo agli slogan di Se io fossi una band mi scioglierei, alle atmosfere di Satana, alla meravigliosa Noi noi noi.
Il nuovo lavoro di Alessandro Grazian è un album dal quale non emerge un’idea unitaria, bensì spiccano le singole canzoni, tutte belle, tutte riuscite, tutte dotate di vita propria.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=AVx_b1UnORg[/youtube]

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