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LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA – TPO, Bologna, 21 febbraio 2015

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Sono al Tpo di Bologna. Tra poco inizierà il concerto de Le Luci della centrale elettrica. E’ sold out e il locale è stracolmo di gente di varie età, che viene anche da lontano.
Ad aprire la serata è Giorgio Canali, che canta alcuni dei suoi successi tra cui “Tutti gli uomini” e una cover accompagnato dalla chitarra e dall’armonica, entrambi suonati con maestria.
Se qualcuno gli dice che è il cantante della vecchia generazione lui bestemmia e fanculizza, ma sempre con il sorriso sulle labbra.
Trasmette molta genuinità anche per via della sua schiettezza e i suoi brani ricordano spesso quelli di De Andrè e Guccini.
Il cantautore saluta, prende la sua valigia e lascia il palco.
Si abbassano le luci, dopo un po’ entrano Federico Dragogna chitarrista dei Ministri, Matteo Bennici (basso), Paolo Mongardi alla batteria e finalmente il tanto atteso Vasco Brondi. Il concerto  inizia sulle note di “MacBeth nella nebbia” e si innalzano subito i cori del pubblico “…ma non era non era non era per te aspettare la notte”.
Durante l’esibizione ascoltiamo alcuni brani del nuovo album “Costellazioni” e vecchi successi di “Canzoni da spiaggia deturpata” e “Per ora noi la chiameremo felicità”, più due cover: “Curami” dei Cccp e “La Verità che ricordavo” degli Afterhours.
Mentre fotografo assisto ad un vero spettacolo. Vasco Brondi ce l’ha fatta a realizzare il suo sogno di fare arrivare le sue canzoni fuori dalle mura di Ferrara e dimostra tutto il suo entusiasmo e la sua energia cantando ogni brano con passione e muovendosi, ballando senza fermarsi, se non per prendere e suonare la sua chitarra.
Nonostante appaia, a volte, come una persona molto schiva sa anche concedersi, anzi per essere più precisi tuffarsi sul suo pubblico che lo accoglie con grande calore.
Federico Dragogna lo accompagna in modo magistrale: suonando e cantando ogni pezzo con grande verve e carica.
Durante la performance ritorna Canali per duettare con Vasco Brondi in “Nuvole senza Messico”.
C’è spazio anche per quella che il cantante stesso definisce “uno strano mantra discotecaro” : “Anidride carbonica” e un pezzo che raramente suona live ovvero “Una cosa spirituale”.
Degne di note sono anche le luci del palco, curate da un attento light designer: Andrea Amadei.
Prima di salutare il pubblico entusiasta e anche spesso emozionato ci sono tre bis: “Le ragazze stanno bene”, “Per combattere l’acne” e “La terra, l’Emilia, la luna”.
Eh che dire? “…è tutto perfetto”.

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