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[Anteprima Streaming + Intervista] werto – mneme

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A descrivere il concept di questo disco lo stesso artista,che ci racconta che Mneme è un album ispirato dal tempio della memoria, che è quello che ognuno di noi realizza, particella dopo particella, registrando i ricordi; è recondito e celato, non è nel crepuscolo e neppure all’alba ma è entrambi contemporaneamente.
Dimensione oscura e confortevole che potrebbe risultare inquietante; la memoria si corrompe, si sgretola, i ricordi si trasformano. Ma soprattutto i ricordi sono fantasmi, vivi.
Decadenza, corruzione, ricordi.

In casa Doremillaro l’infinita malinconia – che non è certo dettata soltanto dai suoni 8bit – non è certo passata altrettanto inosservata. La corruzione, lo sgretolamento della memoria, non passeranno certo neanche inosservate all’ascoltatore attento che con orecchie e fantasia (cose rare in questi tempi di arrivismo culturale) riuscirà ad immaginare il fatale percorso tra le giocose ma altere melodie per arrivare all’epilogo,ovvero la formattazione finale, così da poter strutturare il tempio stesso ovvero la corruzione stessa del pensiero che fin lì ci ha accompagnato, per ricominciare il percorso, all’inverso questa volta: tutto quello che abbiamo fin li ascoltato da metà album ci verrà riproposto inverso.
Un ritorno sui passi della memoria? Una volontà di ricostruzione? Demolire il tempio?
Dar fuoco alla casa di dio o dell’uomo? La costruzione della perdita è necessaria per procedere all’inverso così da poter ricostruire? Costruire, smantellare e ricominciare per perdere e accumulare ricordi?
L’ermeneutica di Mneme è tutta da scoprire, interattiva così come i suoi suoni.

INTERVISTA A CURA di John Alfred Carbuto

Perche fare musica?

Non si può “fare” musica, dunque non si può “non fare”: ne siamo tutti vittima, in un modo o nell’altro.
Prendi uno a caso, fatti sorgere un nome in testa (e soprattutto immagina, figurativamente, quest’ultima circostanza).

Perchè il Gameboy?

Perché mi merito queste cose, insieme alle percosse. Mi piace limitarmi, così posso pensare di più e guardare con più attenzione tutto ciò che faccio, come muoversi in una cristalleria, come camminare in bilico sul bordo di un muro a secco.

Perché la volpe e non l’uva? O un agnello (d’altronde il disco esce a Pasqua)? Perché la maschera?

Mentre la volpe è un mia libera appartenenza, l’uva la si versa fermentata dal bicchiere; la bevo e ne godo gli effetti, invece l’uva nel bicchiere è un’amica pettegola. È il mio animale guida, la prima.
Plantes contiene “vitel”, che era un vitellino che era un agnellino; lanciai maledizioni a chi gli fece del male, così me ne ricordai. La maschera serve ad essere sinceri.

Doremillaro. Etichetta inutile perchè proprio questa?

Perché è la più bella ed io sono un’estèta, hai mai visto/partecipato­ad una delle riunioni?
Doremillaro è fresca ed esteta, un’estatè.
E poi me lo avevano chiesto, all’inizio; poi invece.

Mneme. Spiegaci meglio il luogo della memoria, i frammenti, etc.

Credo sia il paese dei fantasmi che si manifestano quando un odore, o un altro catalizzatore, rende manifesto un ricordo, rammendandoti il loro continuo vivere in qualche altra dimensione, interna a colui che ricorda ma, secondo le ultime scoperte scientifiche: anche e completamente esterna.

Perchè (in generale)?

Direi che è plausibile, sì? Anche ancor di più. Avrei voluto, e nonostante una simile introduzione, noterai che la mia volontà venne espressa, poi. C’era tutto quel genere di discorsi, anche quella volta, anche se d’altronde non avrei voluto parlarne, nonostante io ne stia parlando proprio con te; secondo me hai presente, proprio così. Poi sai com’è, il presupposto, benché limitato: sarà il clima.

Sappiamo ti piacciono le torte. E’ vero che la tua preferita è la torta di mele? C’entra con la musica? La mangiavi tra un livello e un altro di SuperMarioLand o è un piacere del tutto casuale?

È sempre un piacere: sì, mi piacciono le torte, anche con l’uva. La torta di mele è la più, ma non la “più preferita” di tutte, te lo assicuro; ma la gradisco. Ma non di meno la musica contorta con torta, dicevo prima: è sempre un piacere.
Tra un livello e l’altro mai, solo dopo eccesso d’indigesto di gioco, lì si passa in cucina a strafogarsi di cose a caso per combattere astinenze varie, mancanze, vuotezze di stomachi, ecc.

Il primo Gameboy te l’ha regalato la Mamma o il Papà?

Mamma e Papà mi regalarono il Commodore64. <3 Il Game Boy lo ebbi quando venne definitivamente riconsiderato tecnologia arretrata, ma gli volevo un sacco bene, così ce l'ho ancora, ha un potere ALIENO; come ho ancora il Commodore64 di mio cugino d'altronde. Abbiamo letto su Melody Maker che mentre componevi l’album sei caduto da un dislivello (in campagna) di circa 7 metri. E’ un gesto che fai sempre quando componi? E’ una trovata di marketing o sono solo pulsioni dettate dallo stress?

Che paparazzi. No, è stata un’inattesa prodezza, non mi ero ancora sbilanciato tanto da cadere; d’altronde un ematoma e qualche costola incrinata sono accettabili.
No, nessuna trovata di marketing, era solo un momento come un altro in cui componi immerso nel verde e ad un tratto il tuo fratello cane insegue un gatto: tu, preso di soprassalto ti alzi e cominci a correre con le mani occupate, poi con la testa piena di pensieri metti il piede nel posto sbagliato, sono errori di gioventù: si pagano; così ho lasciato dei gettoni al muro che era a secco.

Nel Teaser del tuo album si vede un fulmine bellissimo. E’ stata fortuna o eri appostato da ore ad aspettarlo?

Abito in un posto dove la brezza diventa bufera e dove un fulmine fa Primavera. Dunque no, ne ho catturati più d’uno tra un filmato e l’altro, almeno che il mio “vivere qui” non venga definito “appostamento”, cosa lecita e ritengo, in un certo senso, anche plausibile; sì, il mio vivere qui può esser considerato fortuna, quindi ricollegando il tutto si parla di fortuna. Sì, era bellissimo, me lo ricordo bene, che fortuna. :}) Me la sono cercata; se invece parliamo di caso (nome maschile della fortuna), me lo sono spontaneamente cercato, come faccio coi ricordi.

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