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Waxahatchee – Ivy Tripp

2015 - Merge
indie / songwriting

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Tracklist

1. Breathless
2. Under A Rock
3. Poison
4. La Loose
5. Stale By Noon
6. The Dirt
7. Blue
8. Air
9. Less Than
10. Grey Hair
11. Summer Of Love
12. Half Moon
13. Bonfire

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Nei suoi primi due album, American Weekend e Cerulean Salt, la songwriter Katie Crutchfield, nata dalle correnti del fiume Waxahatchee, era riuscita a creare delle melodie cariche di una forte sensibilità grunge, ma è con Ivy Tripp che la nostra artista riesce ad ottenere il vero salto di qualità, soprattutto dal punto di vista musicale.

La registrazione dell’album, pur non essendo differente da quelle dei precedenti lavori, è arricchita della presenza di numerosi dettagli strumentali: come la tastiera distorta incrementata da un fuzz in Breathless, un pianoforte malinconico per Half Moon e un’allegra drum machine in La Loose.

Ognuno di questi elementi è fortemente voluto e racchiude in se ogni sensazione emotiva che accompagna il brano. Che sia per sottolineare lo scetticismo di una storia d’amore che potrebbe essere reale e stabile, raccontata in Breathless, o per aggiungere spensieratezza alle note di follia di La Loose. L’artista, inoltre, rende il tutto ancor più magnifico grazie alle armonizzazioni vocali che riecheggiano come un lontano ricordo, nascosto nel buio della nostra anima.

Nonostante gli arrangiamenti più complessi e un ampia gamma di nuovi suoni, Ivy Tripp è la naturale progressione della carriera di Waxatchee. Questo è in gran parte spiegato dalla presenza dei due coproduttori e musicisti, Kyle Gilbride e Keith Spencer, con cui aveva già lavorato al precendente album Cerulean Salt. Il trio sa esattamente come creare una canzone come Summer  of Love, costruita solamente sulla chitarra e la voce che strazia l’ascoltatore, o la minimalista e malinconica Blue. A metà dell’album invece si ricominciano a respirare sonorità grunge come la vivace e sgangherata  The Dirt, che ricorda i Vaselines, mentre Under a Rock risveglia le sonorità alternative-rock anni 90 di Julian Hatfield.

Katie Crutchfield è sempre stata molto sintetica nella stesura delle sue canzoni, ma in Ivy Tripp eccelle in particolar modo nel mostrare ogni singolo dettaglio nelle canzoni, lasciando spazio sufficiente all’ascoltatore per trarne le proprie conclusioni.

Il lamento e il pianoforte offuscato di Air , esamina un disordinato rapporto in cui gli stessi personaggi si attraggono e respingono a vicenda e altrettanto torbide sono le circostanze di Summer of Love, dove l’artista si assume le sue responsabilità per la fine di un amore che svela agli ascoltatori solo al termine della canzone con un immagine che resta viva nelle mente dell’autrice       ( The summer of love is phot of us) .

In conclusione Ivy Tripp si può considerare il miglior album della discografia di Waxahatchee, ma la sua ascesa continuerà, senza dubbio, lasciando un grosso segno al centro dell’epopea dei songwriter americani.

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