Il più classico dei bluff. Ecco cos’è in estrema sintesi “Squallor”, nuova fatica del buon Fabri Fibra e disco che, ai primissimi play, può anche apparire gradevole e fresco, ma che poi, una volta ascoltato a fondo e per intero, lascia davvero poco, se non un sound gradevole e molto internazionale e null’altro o quasi.
18 (+ 3 tracce nella imprescindibile versione deluxe) di testosterone, figa, soldi e soprattutto ego di facciata del tipo “Il 99% della scena rap è finzione” [peccato che poi come feat. troviamo due totem come Gué Pequeno e Marracash] e “Io lo faccio il rap, mica lo indosso” [veramente lo indossi pure, vedasi linea d’abbigliamento Hero’s Heroine made by FF]. Ma c’è anche spazio per un po’ di sano pop-hoolismo [ops…], ingrediente presente un po’ in ogni traccia ed in particolare in “Voglio sapere”, pezzone che pare riassumere i post del celebre gruppo FB “Siamo la Gente, il Potere ci temono”.
Il fatto poi che Fibra si confermi un vero e proprio stratega per quanto riguarda comunicazione & promozione non stupisce più di tanto né aggiunge ovviamente nulla al valore del disco, semmai imbarazza tutta l’attenzione dedicata dai media ai vari dissing, tweet/retweet, like/unlike, tralasciando così quasi completamente tutto il resto (= il disco vero e proprio).
“Squallor” ci pone dunque davanti un Fabri Fibra sostanzialmente immutato rispetto al recente passato per quanto concerne rime, tematiche e soprattutto autostima, con unica sostanziale e piacevole novità rappresentata da una produzione in grado di donare brio e fluidità ad un album di per sé assolutamente non trascendentale.
#AllaProssimaMaAncheNo