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Management Del Dolore Post-Operatorio – I Love You

2015 - La Tempesta Dischi
rock / indie

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Tracklist

1.Se Ti Sfigurassero Con L'Acido
2.Scimmie
3.Vieni All'Inferno Con Me
4.Scrivere Un Curriculum
5.La Patria E' Dove Si Sta Bene
6.Le Storie Che Finiscono Male
7.Il Primo Maggio
8.Per Non Morire Di Vecchiaia
9.Il Mio Giovane E Libero Amore
10.Il Campione Di Sputo
11.Lasciateci Divertire

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Avere a che fare con i Management del dolore post-operatorio è sempre un grande dilemma. Ritrovarsi smarriti alla fine del disco, cercare di fare ordine tra i pensieri, di far conciliare due impatti diversi. Insomma, anche questa volta, quando la musica dell’irriverente gruppo di Lanciano finisce, la sensazione è quella di essere divisi perfettamente a metà. Una sottile linea rossa che divide in due parti l’opinione complessiva di questo “I Love You”. E una piccola speranza che brilla in fondo al tunnel.

Terzo capitolo per i quattro lancianesi. E l’incertezza continua. L’incertezza che si prova ad essere di fronte ad un formidabile genio ed un piattume musicale al tempo stesso. Una tesi ed un’antitesi in contrasto dalle quali è praticamente impossibile tirare fuori una sintesi che vada bene. Qualcosa che di base c’è ma che si ostina a non uscire fuori, a rimanere nascosto, a non esprimersi come dovrebbe. Il concetto da ribadire in sostanza è sempre questo quando si parla dei Management ed è una frase anche odiosa da dire ma forse necessaria: “è intelligente, ma non si applica”.
Il solito pugno duro nei testi, la solita ironia pungente, i soliti crudi racconti dal sapore urbano. La vita vera di tutti i giorni messa a nudo, determinate situazioni difficili illustrate attraverso le note, un quadro acido e burlesco del nostro periodo storico. Quindi il problema dove sta? Se da un lato c’è questo estro nell’usare le parole, lo schiaffo giusto che solo un disco può dare, la scossa che ci vuole, la risata amara adatta per velare una certa quantità di rabbia, dall’altro lato ritmiche e sonorità risultano molto meno incisivi e mordaci. “I Love You” pecca in parole povere di fantasia e variazioni, trascinandosi per undici tracce con il ruvido indie-rock di sempre un po’ tutto uguale che alla lunga stanca. Il punto di forza dei Management del dolore post-operatorio è quindi di nuovo nei testi, non riuscendo a coinvolgere con la musica.

Gli abruzzesi continuano a non convincere in pieno, riproponendo per la terza volta lo spaccato netto tra i testi e la musica, un po’ come se gli uni soffocassero l’altra. “I Love You” è brillante per un aspetto e fortemente opaco per l’altro. Ma forse l’intento del gruppo è proprio questo: spiazzarci in tutto e per tutto, farci rimanere incerti dal primo accordo all’ultimo. Più che incertezza però è più amaro in bocca purtroppo.

Attendiamo un deciso cambiamento magari per il quarto lavoro. Ed è con sincero dispiacere che per ora invitiamo a fare di meglio.

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