Flares On Film – Happy Endings

Non fatevi ingannare dalla copertina, così simile al retro di quella di Miami, storico album dei Gun Club del dannato bluesman Jeffrey Lee Pierce; qui le coordinate sonore sono ben distanti dal Blues R’n’r drogato e tribale proposto negli anni 80 dal club delle pistole.

I Flares On Film (italiani, di Bari) prendono lezione da artisti più calati nella “modernità”. Lo fanno con buona sapienza, miscelando le varie influenze con una discreta dose di personalità che li rende immediatamente riconoscibili.

Happy Endings, il loro esordio su Godz Records, si rifà in maniera abbastanza netta alla scuola del Pop indipendente attratto dal Post Rock, quello appena inzuppato di elettronica dei vari Notwist e Album Leaf. Medesimo è infatti l’intento di coniugare sperimentalismo mai troppo estremo con una certà accessibilità Pop propria degli anni Zero; Zero Point, scusate il tristissimo gioco di parole, è brano d’apertura piutttosto esemplare in tal senso, con tanto di voce sinuosa e hook melodico da pronti e via per lo strike. Il resto della scaletta si muove tra le atmosfere torbide e un tantino malsane di Shes’s On The Bed, passando per i colpi electro di Silent Nails, tornando a scartare verso ritornelli piacioni in Slow, tentando (efficacemente) la carta ultimi Depeche Mode nel brano forse più complesso e brillante del lotto, Little Gale. La cassa dritta e la slide sporcacciona poste in apertura di Butterflies ben si coniugano poi con le bordate di synth che ci accolgono subito dopo.
Coloured Cage chiude il disco con delicatezze acustiche e idee melodiche vicine ancora ai Notwist.

Happy Endings è un disco misurato, affonda i colpi quando è il caso e sa al contempo ripiegarsi malinconicamente su se stesso quando il mood lo richiede. Un esordio promettente.