Ora, tutto è decisamente più chiaro. “Danger” non era solamente il titolo dell’opera prima di Nitro… Eh no, cazzo. Era un avvertimento bello e buono!
“Suicidol” infatti è un deciso passo avanti nel percorso di crescita del rapper veneto, con quel suo flow sempre più potente e ben assemblato a veicolare emozioni e sentimenti, questo giro sotto forma di badilate stracolme di veleno e rancore vs falsità & mera apparenza e contro chi smerda a prescindere, non andando oltre la facciata e sfoggiando l’arroganza tipica di chi è convito di “capire un puzzle con soltanto un pezzo in mano”.
Il fatto è che Nitro è davvero un [(sin.) gioco di pazienza che consiste nel ricomporre i frammenti in cui è stata suddivisa un’immagine]. A volte strano ed inquietante – “follia e intelletto scopano a letto nel mio cervelletto e i suoni assordanti dei loro orgasmi sono le parti integranti di ogni mio versetto” – altre aggressivo al limite del seriale – “sembro pazzo ok non posso dirti niente ma non darmi del ragazzo colto a posto e diligente. Mi sono rotto il cazzo e sono stronzo e diffidente. In più non mostro differenze con il mostro di Firenze”. Altre ancora franco e sincero – “io sono consapevole di non essere Eminem e che se non reppassi forse adesso sarei vergine” – come pure ironico e light – e qui sentire in toto “Rotten”, il primo singolo che, guarda caso, suona tantissimissimo Slim Shady.
“Suicidol” è un gran bel disco davvero, eterogeneo e che cresce con gli ascolti, con una prima parte da pesi welter con lo sparring partner a saltellare attorno colpendo saltuariamente e quasi sempre ai fianchi e con una seconda metà del match che vede invece il boxeur deciso a fare sul serio, meno agilità e tanti colpi potenti e tecnici al volto. Non è quindi un caso che gli episodi migliori siano “Stronzo” con quel suo beat arrogante e massiccio, “L’oracolo di selfie”, “Storia di un defunto artista” e quella folgorazione pre titoli di coda che risponde al nome di “Twinbeasts”.
Ordunque, discone! E se poi non apprezzi “per te c’è un buono sconto, un abbraccio e un vaffanculo e tante grazie del supporto”!