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Nitro – Suicidol

2015 - Machete Empire Records
hip-hop

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Tracklist

01. The Dark Side Of The Mood
02. Dead Body feat. DJ MS
03. All In
04. Rotten
05. Ong Bak feat. Fabri Fibra (prod. By DonJoe)
06. Sassi e Diamanti
07. Baba Jaga
08. Suicidol
09. Pleasantville
10. Stronzo
11. L’Oracolo Di Selfi
12. Storia Di Un Defunto Artista
13. The Same Old Story
14. Twinbeats feat. Devotion, Skits Vicious e Andre’
15. Rivivere

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Ora, tutto è decisamente più chiaro. “Danger” non era solamente il titolo dell’opera prima di Nitro… Eh no, cazzo. Era un avvertimento bello e buono!

“Suicidol” infatti è un deciso passo avanti nel percorso di crescita del rapper veneto, con quel suo flow sempre più potente e ben assemblato a veicolare emozioni e sentimenti, questo giro sotto forma di badilate stracolme di veleno e rancore vs falsità & mera apparenza e contro chi smerda a prescindere, non andando oltre la facciata e sfoggiando l’arroganza tipica di chi è convito di “capire un puzzle con soltanto un pezzo in mano”.

Il fatto è che Nitro è davvero un [(sin.) gioco di pazienza che consiste nel ricomporre i frammenti in cui è stata suddivisa un’immagine]. A volte strano ed inquietante – “follia e intelletto scopano a letto nel mio cervelletto e i suoni assordanti dei loro orgasmi sono le parti integranti di ogni mio versetto” – altre aggressivo al limite del seriale – “sembro pazzo ok non posso dirti niente ma non darmi del ragazzo colto a posto e diligente. Mi sono rotto il cazzo e sono stronzo e diffidente. In più non mostro differenze con il mostro di Firenze”. Altre ancora franco e sincero – “io sono consapevole di non essere Eminem e che se non reppassi forse adesso sarei vergine” – come pure ironico e light – e qui sentire in toto “Rotten”, il primo singolo che, guarda caso, suona tantissimissimo Slim Shady.

“Suicidol” è un gran bel disco davvero, eterogeneo e che cresce con gli ascolti, con una prima parte da pesi welter con lo sparring partner a saltellare attorno colpendo saltuariamente e quasi sempre ai fianchi e con una seconda metà del match che vede invece il boxeur deciso a fare sul serio, meno agilità e tanti colpi potenti e tecnici al volto. Non è quindi un caso che gli episodi migliori siano “Stronzo” con quel suo beat arrogante e massiccio, “L’oracolo di selfie”, “Storia di un defunto artista” e quella folgorazione pre titoli di coda che risponde al nome di “Twinbeasts”.

Ordunque, discone! E se poi non apprezzi “per te c’è un buono sconto, un abbraccio e un vaffanculo e tante grazie del supporto”!

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