Viene da Milano e si sente, al di là dei rimandi espliciti, si adagia su un cantautorato di qualità che è difficile discernere dalla sua città di riferimento. Ha alle spalle un EP e evidentemente tantissimo ascolto di musica cantautorale italiana, presente più che passata, che ogni tanto sbuca in maniera più o meno preponderante.
Grande dominio della tastiera, che parte delicata ma non si rifiuta mai di giocare col ritmo e accompagna fino all’introspezione di Milano Est. Splendida in Ginevra, dove imposta un’atmosfera unica in grado di accogliere una voce vellutata perfetta: sono le due grandi protagoniste del disco, senza dubbio alcuno. La chiusura è affidata a Nuovo Mondo, in realtà tanto soffusa da sembrare spenta rispetto al resto, che si prolunga alla fine per troppi minuti.
La capacità poetica di Niccolò Lavelli è evidente dall’inizio alla fine, al di là di qualche scelta nei testi non sempre illuminanti (si potrebbe per esempio non concordare con “l’uomo guarda avanti / mentre l’astronauta / guarda nel vuoto” ma sono solo opinioni personali), e nonostante il tentativo di spostarsi verso un indie-pop forse più fruibile dal pubblico questo rimane un disco profondamente cantautorale così come probabilmente lo è l’animo dell’artista.
Qualche chicca e qualche passaggio meno fortunato fanno da cornice ad un lavoro solido, musicalmente riuscito e che si spera sarà in grado di trasportare Calvino abbastanza in alto, premesse e abilità non mancano di certo.
https://www.youtube.com/watch?v=lMR5KhaAJyg