Leggendo una recente intervista a Daniele Carretti in arte “Felpa”, ho cominciato a capire cosa significhi a livello personale fare un certo tipo di musica. Dopo la fortunata tranche temporale con Magpie e OfflagaDisco Pax, forse la band più interessante del panorama indie degli anni zero, prova a cercare una sua dimensione parlando della musica come terapia piuttosto che come business, un luogo dove riscoprire se stessi nel modo più vero possibile senza il peso e l’apprensione per i numeri.
Star Pillow da Massa Carrara probabilmente la pensa alla stessa maniera. Anche lui, come il suo collega emiliano, non propone un prodotto easy-listening ma easy-going, un diffusore di calma e tranquillità che sa viaggiare sui bordi ed esplodere al momento giusto. Paolo Monti da Livorno è il deus ex-machina di questo All is quiet, suo sesto lavoro in studio che si articola in sei tracce a metà tra ambient e post rock portato all’estremo.
La prima metà del disco formata da No more beige Sunday, Trap for freaks e Green è solo un assaggio in chiave Mogwai-Sigur Ros di ciò che verrà ampliato profondamente nelle tre tracce seguenti. Con Equestrian, We were all going to die e Still together against the great darkness l’atmosfera diventa più cupa, i tempi si dilatano ed anche alle pause viene data voce. Le paure più profonde sono racchiuse qui, sebbene un fondo di speranza si riesca a cogliere anche in questo abisso.
Le influenze? Monti è lapidario sul suo profilo facebook: tutto quello che ho dentro. Ed ecco qui la terapia di cui parlavamo, un uomo che gioca con la musica e trova tutto ciò di cui ha bisogno.
Un cuscino di stelle sul quale far riposare i nostri, troppi pensieri. Di cos’altro potremmo aver bisogno?