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MeglioDelSesso #4: intervista a LUTTORIA

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Siamo finiti in un video di Luttoria per caso. Siamo stati scelti per la colonna sonora di una delle loro puntate, dopo aver battuto un pezzo hip hop rumeno: sono soddisfazioni. Da lì in poi con i ragazzi del collettivo è nata una strana amicizia basata su una profonda stima reciproca e battute sull’Istituto Luce.
Luttoria è un collettivo di Latina nato (ovviamente) dalla noia. È una web serie di serie B. Linee rette, antisionismo dilettantistico, onore, Papa dio, selfie, selfie con Dio. Merita un posto in questa brutta rubrica.

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Otto puntate in cui si racconta quanto le ideologie siano una fregatura, quanto una sinistra reale che si occupa delle persone prima che delle idee in questo paese non sia mai esistita, quanto non sia il caso di tagliare la strada ad un rumeno solo per farti una foto con il cellulare.
La mia preferita è la prima, quella in cui muore il Papa Dio. Così ho deciso di fare qualche domanda a Claudio Spirito che ne è la mente, la compassione e l’architetto (e quello che procura a tutti l’erba), per due motivi:Voglio conoscere il Papa Dio.
Voglio sapere quando ci sarà l’inaugurazione del locale dove i ragazzi hanno deciso di investire tutti i propri soldi per proiettare solo cinema indipendente: il Circolo degli Artisti.

Claudio si abbandona a stravaganze innocenti, ha gli occhi tristi, un sorriso che illumina qualsiasi cosa ha intorno, gli chiedo di Sorrentino e lui mi risponde che “disegna delle curve”, poi parliamo di vita, crudeltà ed eleganza, e ogni volta conclude che questo non sarà mai il suo lavoro, e io, che sono una disgraziata, voglio iniziare questa intervista così:

Ok, parliamo di Claudio Spirito.
Ho problemi relazionali, di fatti quando devo socializzare cerco di non bere troppo perché altrimenti vado in paranoia. L’ansia è parte integrante del mio umore, rende il mio pensiero multidimensionale. Quando parlo, penso a cosa l’interlocutore possa rispondere, quindi penso a cosa potrei rispondere, quindi a cosa potrebbe rispondermi. Il più delle volte le mie previsioni sono sbagliate, perciò tanta ansia per nulla. Naturalmente non accade solo nei discorsi, ma anche nei fatti e negli eventi. Ad esempio ho l’impressione di aver risposto a questa intervista in ritardo e ho paura che Alessandra si sia offesa: in questo momento sto provando ansia. La mia ansia si traduce nel prepararmi all’evento peggiore che possa accadere; purtroppo è un automatismo. In fondo mi piace anche, ho l’impressione che attraverso di essa riesca a fare meglio. Ecco, ho una tendenza insana a trovare positività nel dolore.
Il lavoro che sto facendo su me stesso riguarda il disintegro del pensiero successivo a quello attuale, così se accade qualcosa ci penso poi. Tanto ho imparato che prepararsi agli eventi è inutile, la vita è beffarda e spesso fa i bluff.

Chi è il Papa Dio?
Io e Riccardo Leone, che è l’altra mente di Luttoria, non digerivamo l’avvenuta di Papa Bergoglio. A noi piaceva Ratzinger e il suo innato talento a far crollare consensi per la Chiesa cattolica. Poi con un colpo di genio hanno eletto l’attuale papa, la quale venuta ha immediatamente risollevato le sorti del Vaticano. La differenza tra i due patriarchi ha fatto sì che in confronto quest’ultimo sembrasse Dio e tanta gente c’è andata sotto, pure gli insospettabili. La gente lo voleva santo, senza passare per la beatitudine, ma sopratutto attraverso la morte. Prendeva in braccio qualsiasi cosa dalla sua papamobile per mostrarsi caritatevole come San Francesco. Voleva dimostrare che tutti siamo uguali e che tutti sarebbero potuti finire tra le mani di un papa. Io e Riccardo ci chiedemmo da sbronzi cosa sarebbe successo se qualcuno gli avesse consegnato sorridente, tra un bebè e l’altro, una bomba a mano.

Raccontami perché vi chiamate Luttoria.
Era la stessa sera del Papa Dio. Riccardo era lì, che bevendo mi consolava. Quindi fu un escalation di cazzate, dalle quali poi nacque il primo episodio. La location era lo scalino di un negozio da articoli di regalo, sito nella Via dei Pub a Latina, esattamente dove poi abbiamo girato. La tribuna era delle migliori: ad altezza scarpe degli habitué del luogo. E’ fondamentale per l’ispirazione l’ambiente in cui crei. In quel momento ci appariva agli occhi, come accaduto innumerevoli volte negli anni, quel tripudio di mondanità locale della quale noi abbiamo sempre avuto uno scarsissimo talento a parteciparvi. Non avevamo l’indole a farne parte e quindi agli occhi dei più apparivamo come sfigati. Non abbiamo incanalato solo noia, ma anche tristezza ma sopratutto rancore. La disoccupazione, la lontananza di Roma, l’invidia per gli amici lontani che intanto macinavano esperienze ci comunicava un senso di Morte. A Latina. Già Littoria. Luttoria.

Dimmi cosa è successo la prima volta in cui hai visto un film.
Stavo sotto a Dumbo. Saltavo solo la scena di quando l’elefantino si sbronza e ha le allucinazioni: mi disturbava. Però Dumbo l’ho capito proprio bene sin da piccolo. Sono passati degli anni prima di poter iniziare a parlarne. Di Bambi e di Simba invece non m’è mai fottuto niente.

Dimmi cosa è successo la prima volta che hai preso in mano una telecamera.
Avevo circa quattordici anni, con un po’ di amici tentammo di fare la trilogia del Dollaro ambientata a Latina. Ne uscirono: “Per un pugno su uno zingaro” e “Per qualche Euro in più”. Il primo rimane ancora tra le mie opere preferite; grandi interpretazioni e suoni di cazzotti alla Bud Spencer e Terence Hill. Il prodotto finale fu orribile, ma sorprendente. Il mio pensiero spesso procede per elaborazione di immagini, capii forse che la videocamera era il mio strumento musicale adatto.

“I Di Silvio da una parte. I Ciarelli dall’altra. E io, nel mezzo.”

da Per un pugno su uno zingaro

I Ciarelli e Di Silvio ai tempi d’oro hanno fatto tremare le gambe parecchio. Ecco perché poi immaginiamo che si spari per vendicare un SUV che taglia la strada.

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Va’ in un bagno pubblico, lascia la porta aperta e dimmi cosa succede.
Per l’appunto mi chiedevo se esistesse una domanda alla quale avrei scelto di non rispondere. Bene, è questa. I Sebach sono un mondo a parte, già sono frustranti da sé. Dovrei andare a pagare 50 cents alla stazione e fare l’esperimento sociale, ma non me la sento. In compenso posso dire che preferisco pisciare sui cessi a muro. Forse per sbirciare l’uccello di quello a fianco, ma mica per altro: per controllarne le dimensioni, per capire un certo metro di misura. Non ho mai accettato che la media fosse quella dei porno. *

(l’asterisco è da leggere dopo, a tra due domande)

Ti capita mai, mentre stai montando, di fermarti a fissare un fotogramma di una scena?
Molto spesso. Ogni secondo sono circa 24 fotogrammi, ogni video dura almeno un minuto. Su 414 fotogrammi, di una ripresa che desideravi fare, almeno un frame è giusto. Non riesci mai a fare un video come lo immaginavi, a tratti questo è frustrante; tuttavia la sorpresa di avere ottenuto qualcosa di altrettanto valido poiché frutto della collaborazione con le persone con le quali lavori è appagante. Un bel fotogramma è perché rivedo le intenzioni di tutte le persone che ci hanno lavorato. E’ un’alchimia che soli non si riesce a riprodurre.

Qual è la categoria porno che preferisci per masturbarti?
Amateur. In particolare consiglio la sezione Real Amateur Video di xVideos.com che raccoglie contributi veramente amatoriali, non finti casting che screditano la categoria. Trovo che i filmati amatoriali siano ciò che di più neorealista i mezzi multimediali sappiano offrirci. E’ un capolavoro il video virale di Tiziana Cantone in cui prima esclama piacere per il fatto che si stia girando un video con lo smartphone, poi scappa in macchina quando si accorge che qualcuno la sta osservando. Le categorie porno inoltre sono un po’ come l’oroscopo: tu le scegli e loro ti dicono di che umore sei.

*La questione della grandezza del pene è un altro valido motivo del perché preferisco l’Amateur.

Che c’entrano i Baustelle con Priebke?
Niente. CI sembrava giusto che anche uno che spari in bocca conoscesse anche i Baustelle, casualmente li disprezzava. Poi a Priebke gli puoi anche mancare di rispetto, tanto è morto.

Di cosa si occuperà il prossimo Luttoria?
Abbiamo delle bozze pronte per puntate in cui si discute di occupazione e lavoro davanti CasaPound, il sequel di quest’ultimo, una TG che narra il suicidio a Latina di uno SpiderMan depresso e un altro il quale titolo provvisorio è “Il bastone dell’Io”. Di quest’ultimo, cari sudici del collettivo, spero di parlarvene presto.

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