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Windhand – Grief’s Infernal Flower

2015 - Relapse
doom / stoner

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Tracklist

1. Two Urns
2. Forest Clouds
3. Crypt Key
4. Tanngrisnir
5. Sparrow
6. Hyperion
7. Hesperus
8. Kingfisher
9. Aition

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Tornano i Windhand alle prese con il terzo disco uscito per la Relapse Records, etichetta simbolo da ormai venticinque anni e punto di riferimento di tutto ciò che riguarda l’heavy a 360°ed il mondo estremo, musicalmente parlando.

Il quintetto di Richmond prosegue il discorso intrapreso con il primo omonimo lavoro e con il successivo “Soma”, riproponendo un doom metal di sabbathiana memoria e non modificando particolarmente una formula rodata: ritmi lenti ed ossessivi, ma al tempo stesso melodici, uniti a passaggi stoner psichedelici e lisergici, con qualche incursione nel  folk (qui in misura maggiore che in passato), il tutto amalgamato dalla voce onirica di Dorthia Cottrell; il brano “Crypt Key” potrebbe benissimo essere il manifesto musicale dell’album.  Quello che salta subito all’orecchio in Grief’s Infernal Flower è la potenza dei muri di chitarra, frastornanti, pesantissimi e carichi di fuzz che rendono le atmosfere ancora più luciferine e sporche, grazie anche all’ottimo lavoro in cabina di regia di Jack Endino, già alle prese in passato con Nirvana e Soundgarden, tra gli altri.
Fin qui tutto bene, del resto è ciò che ci si potrebbe aspettare e volere da un disco del genere; l’unica mia perplessità se così si può definire, è la ripetitività di scrittura dei brani, tra l’altro tutti decisamente dilatati e lunghi in termini di minutaggio. “Hesperus” con i suoi quasi 15 minuti ne è un esempio lampante.
Diventa quindi un po’ ostico ascoltare il lavoro per intero ed il modo di cantare della front woman, nonostante sia ineccepibile e degno di nota, rimane sempre sugli stessi toni, creando una sorta di effetto cantilena che si ripete dalla prima all’ultima traccia e che potrebbe rendere il tutto un po’monotono. Lo so, è una caratteristica tipica del genere, e chi ama alla follia il doom non lo troverà certo un difetto, ma ciò ad esempio rende complicato distinguere un brano dall’altro. Detto questo, in un territorio molto difficile da innovare dove praticamente è già stato detto tutto, i Windhand attualmente sono probabilmente i migliori rappresentanti.

In definitiva, se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo, originale o sorprendente lasciate perdere l’ascolto, ma se i Black Sabbath, gli Sleep o gli Electric Wizard sono il vostro pane quotidiano, i Windhand fanno al caso vostro e non ve ne pentirete sicuramente!

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