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Deafheaven – New Bermuda

2015 - Anti-
post- / black metal

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Tracklist

1. Brought To The Water
2. Luna
3. Baby Blue
4. Come Back
5. Gifts For The Earth

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Stavo fissando il cielo bigio che annunciava la fine  di settembre. Ritornavo indietro con i pensieri a quel sole doloroso che filtrava nei miei occhi, quelle ore lontane trascorse insieme, a giugno 2013. Te le ricordi? Io sì, come fosse ieri. Camminavo per quelle strade sporche e deserte, nelle orecchie avevo Dream House e in qualche modo mi sembrava che tutto fosse a posto col resto del mondo. Non c’era altro che potessi pretendere se non di stare in pace perenne con tutto quel che mi circondava. Ho amato i Deafheaven in quel momento, sembrava come se quel poco che fosse rimasto di vivo della mia anima umana fosse stato strappato via e portato lontano a bruciare nella luce cremisi. Nei miei occhi rosso, rosso e ancora rosso. Avevo urlato in faccia a George “I AM MY FATHER’S SON”, mi sembrava quasi che lui mi avesse sorriso dietro quell’espressione perennemente severa. Se quel pugno guantato chiuso avesse potuto esprimere felicità, magari lo avrebbe fatto.

In qualche modo poi, le cose sono passate, come sempre succede. L’illusione della felicità si è disintegrata, sostituita dalla quieta rassegnazione che le cose non sarebbero comunque cambiate, se non per il peggio. E’ arrivato New Bermuda. Come dovrei sentirmi? Lo chiedo a te. Mi faccio questa domanda da quando ho cominciato l’ascolto diversi giorni fa e tutt’ora non ho una risposta precisa o completa. Prima George, Kevin e soci erano un gruppo di persone che dormivano sui pavimenti, ovunque fosse disponibile un buco, facevano la fame pur di fare quante più date possibili, pur di suonare ed esprimersi. In quel senso, Sunbather era il completo risultato anche di tutta quella sofferenza e quella rabbia incanalata nel riflettere sulla propria esistenza. Adesso non sono più gli stessi e, fortunatamente, non contano di ripetere esperienze che non sentono più come vicine alla loro realtà. Sorrido pensandoci e ritornando di nuovo al passato, a quella band che ispirava i propri testi a messaggi scambiati a notte fonda. “It’s like a dream. I want to dream”.

Tutto questo per cercare di sfuggire a un’ammissione quasi ovvia: sotto ogni punto di vista i Deafheaven sono nettamente migliorati. L’aggressività è aumentata drasticamente e, ironicamente, così anche la dolcezza dei loro momenti più melodici. Lo screaming di Clarke, spesso giustamente bersaglio di critiche, si è arricchito di profondità e ne ha guadagnato in varietà, come è piuttosto evidente dall’ascolto di Baby Blue. Le linee di chitarra di McCoy sono variegate ed estremamente memorabili, pur restando sempre immediatamente riconoscibili per chi li ha già ascoltati. Tracy, nel frattempo, si conferma come uno dei migliori batteristi metal sulla piazza. I testi di Clarke al momento sembrano quasi più vicini a quelli degli Agalloch che ai suoi, interessandosi di morte, esistenza, solitudine e totale incomprensione nei confronti del mondo, mentre viaggiamo in panorami allucinanti usciti da Vermillion Sands. Come avevo anticipato, è uno sviluppo totalmente sensato con quello che la band è diventata in questi ultimi due anni.  Dopo un ascolto di Brought to the Water penso non debba esserci più alcuna vergogna nel riconoscere alla band la posizione che merita. Sono il gruppo più eccitante che possiate trovare al momento, perlomeno nel panorama (black?) metal e dintorni.

A conclusione di questa sbrodolante analisi oggettiva, dolorosamente estratta da una quindicina di ascolti, mi ritrovo a camminare per le stesse strade di allora. Ho qualche capello bianco in più, un po’ di voce in meno, tanta esperienza in corpo. Negativa, specialmente. Ci penso ancora mentre passo l’ennesimo barbone che dorme per strada, scostando con accuratezza i suoi lerci cartoni, e mi dico che probabilmente New Bermuda non è il disco che avrei voluto dai Deafheaven. Eppure è quello che dovevano realizzare. “Il mio mondo chiude gli occhi di fronte alle risate e al sesso”.

È il suono di un gruppo che si guarda allo specchio, riconosce quel che è, sorride e tira avanti a denti stretti. La vita ti insegna che non vi è altro oltre alla tua esistenza, che puoi contare solo su questo momento. Sì, questo momento in cui stai leggendo le mie parole e sai di esser vivo. Contateci su questo, come ho fatto io quando è uscito Sunbather. Io ero dentro quel disco, in ogni singola nota e ogni emozione, ne uscivo nuovo e reinvigorito da ogni ascolto. Ora è trascorso, sono solo ricordi. Quella sera, dunque, rimarrò in disparte a osservare, voi invece fatevi travolgere di nuovo. Non esiste un momento migliore.

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