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The Jackals – People

2015 - California’s Burger Records
psych rock / cosmic rock'n'roll

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Tracklist

1. Eyes Awaken
2. Rasberry Moon
3. Call Out Mellowbird
4. Ghost Soul Traffic
5. Can’t Leave The City
6. Just To Pass The Pleasant Time
7. Dancin’ Round The Nails
8. Two Heads
9. Where The Face of Angels Lay
10. Gold Gift From Paris
11. Waiting On The Man With The Sun
12. Dust

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Questa estate ha visto, fra le altre cose, l’esordio dei The Jackals, gruppo rock scozzese del quale purtroppo non è stato possibile scovare grandi informazioni in rete. Questi quattro ragazzi di Edimburgo, che a giudicare dalle foto reperite sembrano aver passato i trenta da almeno un paio di anni, si propongono al grande pubblico con un genere che loro stessi definiscono “cosmic rock ’n’ roll” e che, in buona sostanza, non si rivela essere altro che un variopinto collage delle più svariate influenze musicali dei componenti del gruppo stesso. Le sonorità sono senza dubbio tipiche del post rock, quello sconfinato calderone sonoro stracolmo di ribollente fluido rosa, nel quale sono stati gettati innumerevoli gruppi rock nati e sviluppatisi quali naturali epigoni dei Pink Floyd.

Si comincia con “Eyes Awaken”, la cui introduzione suona veramente tanto come “Free Bird” dei Lynyrd Skynyrd, anche se poi prende tutta un’altra piega non appena le voci irrompono con il loro coro onirico. A seguire viene il delicato arpeggio di “Rasberry Moon”, sostenuto dalle frasi sottili degli archi e da un rullante incalzante da marcetta. Una ballata folk con qualcosa dei C.C.R. La successiva “Call Out Mellobird” è un pop leggero con forti influenze di Eels e Foo Fighters e con venature che ricordano il Beck di “Loser” e “Sex Laws”. Con “Ghost Soul Traffic” e “Can’t Leave The City” si tocca il punto più lento e meno interessante di tutto il disco. Le canzoni sono ripetitive senza una ragione apparente se non quella di raggiungere la durata minima dei tre/quattro minuti. “Just To Pass The Pleasant Time” in perfetta coerenza con il titolo è un rock leggero e spensierato che scorre piacevole e fluido come una rilassante giornata di vacanza. A partire da “Dancin’ Round the Nails” le atmosfere post rock si addensano e si fanno ancora più oniriche. Ascoltando “Two Heads” la mente non può che andare alla famosa sigla della serie televisiva anni ’90 “Friends” (The Rembrandts – “I’ll Be There For You).
Le successive tre tracce si mantengono in linea con le sonorità complessive dell’album e il viaggio del quartetto scozzese nel Cosmo del post rock si conclude sul riff ipnotico di “Dust”, un solido pezzo rock cum velleità psichedeliche.

A conti fatti, ci troviamo davanti a tanti generi musicali che si intrecciano con facilità, senza tuttavia riuscire a creare un amalgama autonomo e organico in grado di costituire il sound distintivo della band. Ciononostante, un disco piacevole capace di regalare quasi un’ora di buona musica, con arrangiamenti ragionati e suoni curati.

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