Aucan – Stelle Fisse

Le stelle fisse a cui gli Aucan fanno riferimento si potrebbe temere siano quelle di un’elettronica molto più spinta di quanto si vorrebbe, di un suono grasso che rischia di mangiarsi per bramosia tutte quelle peculiarità che loro stessi hanno dimostrato di saper padroneggiare.

Il loro percorso artistico, dopo Black Rainbow, sembrava aver virato verso un suono troppo potente, ostentato. In Stelle Fisse invece recuperano una linea minimale, sullo sfondo degli ultimi quindici anni della musica del regno unito, un’attenzione ai particolari studiata nel dettaglio che appaga anche l’orecchio meno avvezzo a questo stile. È un viaggio in una città di un futuro vicino, che mescola la sua anima innegabilmente industriale alla tecnologia più avanzata, entrambe contenute e cauterizzate dall’animo umano che riesce ancora a governarle.

I passaggi tra gli strumenti sono consegne volontarie (Grime 3) che perdono la forza della distruttività dello scontro per crogiolarsi nell’armonia della fusione, tutto sembra cullarci per trasportarci dall’inizio alla fine senza proteste, rimanendo con le orecchie aperte.

Un disco davvero in grado di cambiare il futuro degli Aucan, che potrà sostituire la loro concezione nell’immaginario comune se solo gli si darà un’occasione. Un lavoro calibratissimo, un’elettronica di grandissimo stile (nel senso più internazionalizzante del termine), un percorso che si vive mentre il tempo sembra volare, sempre in bilico tra la spinta e le accelerazioni dei synth e la garanzia di potersi godere il panorama.

https://www.youtube.com/watch?v=lEOmLnyekeA