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Acciaio, di Stefano Mordini


Scheda

Titolo originale: id.
Nazione: Italia, 2012
Regia: Stefano Mordini
Soggetto: Tratto dal romanzo di Silvia Avallone: ‘Acciaio’ Ed.Rizzoli - 2010
Sceneggiatura: Silvia Avallone, Stefano Mordini, Giulia Calenda
Fotografia: Marco Onorato
Montaggio: Jacopo Quadri, Marco Spoletini
Musica: Andrea Mariano
Genere: drammatico
Durata: 95’
Sito internet: -
Cast: Vittoria Puccini, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Matilde Giannini, Luca Guastini, Monica Brachini, Francesco Turbanti, Anna Bellezza
Produzione: Palomar, Rai Cinema
Distribuzione: Bolero Film
Nelle sale dal: 15 novembre 2012
Voto: 5.5

A Piombino vivono Anna e Francesca, due quattordicenni percorse dai sogni di quell’età, con desiderio di fuga e voglia di riscatto per un’esistenza fatta di case popolari e famiglie a lavorare per le grandi acciaierie locali poste a poche centinaia di metri dall’Isola d’Elba, ultimo rifugio di un’esistenza luccicante, fosse anche per poco tempo.

Basato sul romanzo omonimo della scrittrice Biellese Silvia Avallone, in questo caso anche in qualità di co-sceneggiatrice, il film di Mordini, alla sua seconda opera dopo l’esordio del 2005 (Provincia Meccanica) non convince sino in fondo; non riuscendo a percorrere il clima surreale della provincia italiana, fatta di lavoro duro nell’acciaieria e alla fine recitando semplicemente un compito ben fatto, senza sbavature ma risultando alla fine una sorta di episodio di fiction molto più diluita nel tempo, oltre l’ora e mezza, alla quale lo spettatore si può solamente piegare rimanendo invischiato in una trama dove i sentimenti non sono adeguatamente enfatizzati, dove i dubbi adolescenziali sono trattati con fare superficiale, dove un cast di ottimo livello e fama: Popolizio, Riondino e Vittoria Puccini su tutti, non riesce a catturare quel pathos che una narrazione di tale genere avrebbe potuto facilmente smuovere, in un clima surreale di lavoro duro in acciaieria e di dramma esistenziale di chi vede la via di fuga, dell’Isola D’Elba, a pochi metri da casa. troppo poco quindi per catturare quell’attenzione che era riuscito giustamente a smuovere, non privo di critiche, il romanzo di Silvia Avallone.

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