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Swallow The Sun – Songs From The North

2015 - Century Media Records
death melodic metal

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Tracklist

01. With You Came The Whole Of The World’s Tears
02. 10 Silver Bullets
03. Rooms And Shadows
04. Heartstrings Shattering
05. Silhouettes
06. The Memory Of Light
07. Lost & Catatonic
08. From Happiness To Dust

Songs From The North II
01. The Womb Of Winter
02. The Heart Of A Cold White Land
03. Away
04. Pray For The Winds To Come
05. Songs From The North
06. 66°50 ‘N, 28°40 ‘E
07. Autumn Fire
08. Before The Summer Dies

Songs From The North III
01. The Gathering Of Black Moths
02. 7 Hours Late
03. Empires Of Loneliness
04. Abandoned By The Light
05. The Clouds Prepare For Battle

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Gli Swallow the Sun sono sempre stati uno dei gruppi più ingiustamente sottovalutati della scena metal finlandese, eppure la loro produzione è sempre stata alquanto stabile, il funeral doom tra i più corposi e ispiranti. Questo almeno fino agli ultimi anni, l’ultima fatica  cercò di andare un passo oltre, scontentando una buona parte della critica, nonché del pubblico, con diversi tentativi di buttarla sul progressive oltre a curiosi esperimenti come la totalmente acustica This Cut is the Deepest. Personalmente l’ho trovato un album perfetto nel dimostrare le qualità del gruppo, sia nel lato aggressivo che in quello acustico e melodico, mancante più che altro nella qualità uniforme della scrittura; comunque godibile nel complesso. Se qualcuno avesse dubbi sulla voglia degli StS di andare un passo oltre nella sperimentazione, è giunto il momento di ricredersi, chè Songs From The North spinge ancora di più del precedente.
Nel risolvere l’annoso problema di come fondere i diversi stili del precedente lavoro, la soluzione è giunta facilmente: un album triplo in cui ogni singolo disco rispecchia un diverso “umore” dei finlandesi. Nel primo dei tre poderosi dischi troviamo l’aggressività melodica, diventata un po’ il loro marchio di fabbrica. Questo è quello che riserverà meno sorprese per chi li ha seguiti recentemente e porta maggiore soddisfazioni alle mie orecchie, dimostrando che gli Swallow sanno bene quali carte giocarsi. Difatti i pezzi riescono a reggere per la maggior parte, anche se le formule non sono esattamente originali. Il nuovo singolo Heartstrings Shattering ripercorre la stessa strada di Cathedral Walls col misto di growl, voce pulita, voce femminile nel ritornello più attacchi aggressivi e parti melodiche. Sicuramente più impressa rimane Lost and Cathatonic, nell’alternare la tristezza al growl più sperticato del sempre ottimo Mikko Kotamaki. Insomma, fin qui, nulla di sorprendente ma la qualità viaggia su livelli elevati.
E’ sul secondo disco che non riesco proprio a essere convinto; Songs from the North II, infatti, è in gran parte acustico e spietatamente melodico. L’idea poteva funzionare per un gruppo già ben avvezzo allo stile, di sicuro ha funzionato per i Katatonia, ma lasciare che Mikko ce la canti fiabescamente per quasi 43 minuti, francamente, è difficile da digerire. Qui non è tanto la scrittura che non regge, è proprio l’idea in sé con cui la band mostra di faticare, chiaramente non avvezza a scrivere una decina di canzoni di fila su questo stile. Gli sforzi in proposito comunque non sono mancati, come ben dimostrato dalla title track con la voce femminile che ci allieta con un ritornello in finlandese e un pezzo immediatamente memorabile come Pray for the Winds to Come. Infine, sul terzo disco, sprofondiamo direttamente nel funeral doom senza fronzoli che il gruppo non suonava da un bel po’. E qui i nostri dimostrano di non aver minimamente perso lo smalto, riuscendo con agevolezza a tirare avanti pezzi per una decina di minuti, alternando elefantiache marce di pura potenza a vocalizzi monastici in The Clouds Prepare for Battle o 7 hours late. Anche qui, nessuna sorpresa, ma fa oltremodo piacere risentire i nostri che tornano ai vecchi amori come se il tempo non fosse per niente passato.

Si arriva alla fine dei circa 160 minuti abbastanza stremati, con un interrogativo inevitabile: perché ognuno di questi tre dischi non poteva esistere per conto suo? La domanda è legittima, perché l’ascolto per intero, per quanto non obbligatorio, viene spacciato dalla band come l’unico modo per comprendere appieno quello che considerano l’apice della loro carriera. Facile pensare che la versione ideale dell’album sia semplicemente ascoltare I e III, senza aggiungere altro; personalmente confesso che per scrivere l’articolo sono riuscito a completare solo due ascolti per intero, ripassando poi singole canzoni che mi hanno colpito, sennò avrei finito tutto a Natale 2016. Probabilmente gli Swallow hanno fatto il passetto più lungo della gamba, ma Songs from the North è una decisione artistica importante e tremendamente originale nel 2015, un periodo in cui si vive di singoli, Spotify e di musica in streaming da consumare in monodosi e dimenticare in fretta.

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