La Moscow Funeral League conclude in bellezza il 2015 con due uscite funeste e metalliche. La prima è il disco di esordio del progetto Ephemeral Ocean, di cui sentirete presto parlare. L’altra uscita di fine anno, è il disco degli Halter che, dopo due anni di silenzio, tornano con For The Abandoned.
Gli Halter propongono un misto tra death e doom metal e che viene spesso contaminato così da trasformarsi in sludge. Immaginatevi un Cause of Death degli Obituary che si fonde con i Corrosion Of Conformity ed infine decade nella silente morte dei Moonspell con Wolfheart. For The Abandoned è un disco che matura con il minutaggio, un fiore che cresce timidamente fra l’asfalto e che esplode sul finale. Un ritmo incessante, martellante e metallico che riesce a fondersi perfettamente con la controparte più lenta, riflessiva e ossessiva. Le tracce variano da eplosioni sonore che si concludono nel giro di qualche minuto a suite musicali che superano la decina di minuti. È proprio nelle tracce più complesse che si percepisce tutto il potenziale del gruppo e, non a caso, canzoni come First Snow, Pain Which Never Sleeps e Ode To The Abandoned sono squisitamente riuscite.
Riassumendo, Fort The Abandoned è il nuovo disco degli Halter. Un lungo ascolto per tutti gli amanti del metal più pesante dove sludge e death convivono e si scontrano perennemente. Uno di quei dischi che fa aumentare l’adrenalina in corpo ma non per questo risulta banale. Il lavoro è disponibile in una semplice ma efficace edizione limitata a 500 copie. Metallaro avvisato, mezzo salvato.