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LE CAPRE A SONAGLI + Bettie Blue – Spazio 211, Torino, 30 gennaio 2016

capreasonagli

In una nebbiosissima Torino di fine Gennaio, tra le mura del mitico Spazio 211, la serata comincia ufficialmente verso le 23. Dopo un’ora dall’apertura del locale, i primi strumenti iniziano infatti a rumoreggiare: si tratta della chitarra di uno spilungone barbuto e della batteria della sua socia, una ragazza con tanto di fiorellino tra i capelli. Sono i Bettie Blue, duo rock & roll che di più non si potrebbe e , tra pezzi in italiano e altri in inglese, tra cover più o meno celebri e inediti tratti per lo più dal loro primo disco ufficiale (dal titolo Yuma), creano velocemente la giusta atmosfera. Il merito è del loro stile grezzo e psichedelico, proveniente da una chitarra multitasking, una batteria secca e minimale che fa molto old school e una voce alta, graffiante e con quell’effetto vintage che risulta tanto efficace in queste situazioni.

A mezzanotte è il momento de Le Capre a Sonagli, probabilmente la novità più attesa della serata, attrazione altamente esotica nello psyco-zoo allestito allo Spazio, in quella nebbiosissima notte di fine Gennaio. Ed ecco allora che il solito via vai di gente che esce ed entra per fumare si attenua per poi arrestarsi, tutti piacevolmente sconvolti dall’estrosa follia musicale della band bergamasca.
Al ritmo di quella sorta di spiazzante psyco indie-folk che li sta rendendo così celebri e desiderabili, i quattro artisti saltano come grilli sotto acido per tutto il concerto, realizzano headbanging spacca collo anche quando la musica non lo richederebbe e presentano le canzoni come se fossimo in una balera romagnola. I loro ritmi continuamente mutevoli, gli stili musicali che talvolta si fondono armoniosamente e talvolta sembrano prendersi a cazzotti, i loro testi non-sense dallo spirito mefistofelico: come si può non godere di tutto ciò, irritandosi anche un po’ quando brani bellissimi finiscono di colpo dopo un minuto e mezzo ed altri sembrano invece non cominciare realmente mai.

Una serata rock & roll dal piglio decisamente psichedelico. Un concerto allucinogeno, di quelli che sembrano alterare la percezione del tempo e dello spazio. Proprio come la nebbia in quella notte di fine Gennaio, dal finestrino della Panda, tornando lentamente a casa.

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