Franco e La Repubblica Dei Mostri – Franco e La Repubblica Dei Mostri

Franco e la Repubblica dei Mostri, titolo del disco e nome della band. Progetto nato spaziando da Palermo a Milano, beneficia delle influenze stilistiche derivanti dai molteplici percorsi dei componenti del gruppo.

Si muove attorno ad un rock non troppo spinto ma non si limita ad esso: dai beat accennati al post rock, dalla delicatezza di un folk raccontato ai testi di matrice cantautorale, dagli intermezzi musicali che separano idealmente i brani alla grandissima importanza destinata al cantato. Un mescolarsi di suoni diversi e amalgamati, otto pezzi in cui sax, synth e violoncello si alternano ai più classici chitarra-basso-batteria (con apparizioni sparse di nuovi attori, ukulele e kazoo per citarne alcuni).

Parlano dell’Italia, di Milano (e non solo), raccontano di una vita più o meno comune e prendono a riferimento il reale quotidiano e lo fanno a volte con parole perfette, a volte con qualche sforzo di troppo che rende l’ascolto macchinoso e con qualche passo falso che non lascia completamente soddisfatti.

Una struttura importante per un lavoro molto curato, che difficilmente annoierà l’orecchio, un amalgama non sempre omogenea che aiuta a percorrere tutta la durata del disco. Un suonato solido rimane alla base di ogni pezzo di un lavoro che piace ma non convince fino in fondo, si rende onore da subito ma fatica a rimanere impresso e a catturare a lungo termine.

Note di merito al sottofondo elettronico di La Settimana e alle parole quasi sussurrate di L’Attesa, dimostrazione di qualità in due punti molto diversi.