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Paolo Zanardi – Viaggio Di Ritorno

2015 - Lapidarie Incisioni
songwriting

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Tracklist

1. C’è splendore in ogni cosa
2. L’arca di Noè
3. Romeo e Giulietta
4. Ospedale militare
5. Case popolari
6. Roulette russa
7. Piccola Marilyn
8. Un altro inverno
9. Per i tuoi piedi
10. Viaggio di ritorno
11. Ninna nanna

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Paolo Zanardi turns 47.
Se fosse nato a New York e non a Monopoli questo sarebbe potuto essere l’incipit di una lunga intervista su Pitchfork o American Songwriters. Se, come spesso si dice, l’età è solo un numero non è certo questo il pensiero del cantautore pugliese che affronta una presa di coscienza importante dovuta proprio allo scorrere del tempo e al conseguente restringersi delle prospettive del futuro, visto ormai come un ‘Viaggio di ritorno’. Proprio questo è il titolo del nuovo album di Paolo Zanardi, uscito lo scorso ottobre per Lapidarie Incisioni.

Dopo tre album in cui a un’attitudine bohémien e autodistruttiva si univa un furor creativo ed emozionale dato da un certo ‘sdegno’ nei confronti dell’invivibilità delle nostre esistenze, ci coglie ora quasi impreparati con un ritorno a casa, un disco che rappresenta un uomo messosi a nudo oltre che un artista al giro di boa.
Non prendetela però come una banale crisi di mezza età, Paolo Zanardi ha la stessa voglia di raccontare la sua vita ma presa da un’altra angolazione. Si torna indietro ragazzi, riportiamo tutto a casa. Le batoste sono state tante e con esse anche i ricordi ma è giusto tracciarne una planimetria per accompagnare questo ritorno. Ed ecco quindi tutti i personaggi del microcosmo zanardiano che come tasselli di un puzzle vanno via via a comporre il melodramma di una vita intera. In questo compendio di filosofia urbana c’è la Piccola Marilyn che cammina con “il cartellino del prezzo attaccato addosso”, Romeo e Giulietta e il loro amore clandestino, la triste storia di un travestito in Ospedale Militare, la title track con la sua disarmante conclusione (“E’ l’ora di andare a morire in un letto qualunque”).

Un po’ maudit Ciampiano un po’emarginato alla Faust’O, Viaggio di ritorno è costantemente ammantato da una grigia caligine e ci restituisce un Paolo Zanardi sfiduciato intento in un soliloquio in cui ogni parola è giustapposta alla musica. I testi sono il punto forte di Zanardi, come spesso è stato nella sua carriera. La carica narrativa ha spesso, anche qui, la meglio su linee melodiche che spesso non colpiscono per originalità e scrittura ma che riescono comunque a confezionare, quasi sempre, un degno contorno per gli undici brani di Viaggio di Ritorno.

In un’intervista al Fatto parla così dell’incedere degli anni: “alla mia età il viaggio ormai non può essere che di ritorno, è un rientro all’alba dopo una notte passata in giro per la città, e mi rappresenta bene”. Citando, proprio in apertura,  Mariangela Gualtieri, poetessa italiana, Zanardi getta comunque un seme di fiducia e affida al vento le sue poche speranze durante il lungo come-back: C’è splendore in ogni cosa, io l’ho visto. Proviamo a crederci anche noi.

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