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Ulver – ATGCLVLSSCAP

2016 - House Of Mythology
experimental / avantgarde

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Tracklist

01. England's Hidden
02. Glammer Hammer
03. Moody Stix
04. Cromagnosis
05. The Spirits That Lend Strength Are Invisible
06. Om Hanumate Namah
07. Desert/Dawn
08. D-Day Drone
09. Gold Beach
10. Nowhere (Sweet Sixteen)
11. Ecclesiastes (A Vernal Catnap)
12. Solaris

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Tempo di uscite per la nuovissima etichetta inglese House of Mythology, che pubblica i nuovi lavori di due band di Oslo, i Kitchie Kitchie Ki Me O, e gli Ulver.
Sebbene molto vicini stilisticamente ci soffermeremo sul nuovo ATGCLVLSSCAP ad opera dei Lupi norvegesi.
Come molti di voi sapranno, questo album è il frutto di improvvisazioni live estratte da dodici concerti suonati in giro per l’europa che verranno riprese e arrangiate successivamente in studio.

Gli Ulver sono sempre stati storicamente un gruppo di rottura, in grado di reinventarsi ad ogni uscita, dimostrando una libertà artistica e un talento fuori dal comune.
Dal mastodontico e scioccante “Marriages of Heaven And Hell”, passando per “Perdition City” ed esperimenti elettronici vari, è probabilmente con “Blood Inside” (forse ad ora il loro picco artistico) che il collettivo norvegese ha imboccato sempre più marcatamente una strada caratterizzata da una ricerca stilistica estremamente curata, in cui tutte le influenze più disparate vengono frullate e rielaborate minuziosamente creando un risultato sonoro inimitabile e spesso di difficile assimilazione.
Gli ultimi anni di intensa attività live, che sono culminati con i memorabili concerti all’ OperaHuset di Oslo e quello Al Teatro di Parma, hanno permesso alla band (soprattuto durante la proposizione del loro album di cover rock anni ’60 “Childhood’s End”) di lasciarsi andare più liberamente a lunghe improvvisazioni strumentali che rappresentano la colonna portante di questo ATGCLVLSSCAP.
Non si tratta quindi di un vero e proprio live album, bensì un’istantanea sulla parte più rock e viscerale di Garm e soci, fatta di lunghe tracce dal sapore kraut-rock che spesso prendono spunto da temi musicali del passato musicale del gruppo, come avviene in “England’s Hidden”, “Glammer Hammer” e soprattutto “Nowhere (Sweet Sixtheen)”, digressione sul tema di “Nowhere Cathastrophe”.
Cercare di descrivere o individuare momenti migliori di altri in ATGCLVLSSCAP è impossibile (e probabilmente inutile) e l’unica cosa che conviene fare è immergersi in questi quasi 80 minuti di paesaggi sonori, a volte inquietanti e carichi di tensione ,spesso ipnotici e lisergici che ci guidano nella parte più free e viscerale degli Ulver. Anche se non sarà il lavoro migliore della loro discografia questo lavoro ci regala la testimonianza migliore e più genuina di una band viva, libera e dannatamente geniale.

Come diceva una loro canzone, “Tomorrow Never Knows” ed è proprio questo il bello della loro musica, il futuro non è mai scritto e imprevedibile. Attendiamo trasmissioni ulteriori.

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