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ESPAÑA CIRCO ESTE – Il Maglio, Sesto S. Giovanni (MI), 20 febbraio 2016

Li avevamo conosciuti con l’EP “Bucatesta” e con “La Revoluciòn Del Amor”, ne avevamo apprezzato l’energia, la tensione sperimentale, il crogiolo di generi diversi e un’incredibile attitudine al live che, ad onor del vero, attendevamo come si attende il concerto di band molto più conosciute: parliamo degli España Circo Este, da molti definiti, non a torto, una “carovana musical-circense”.

Il quartetto composto da Marcelo (voce e chitarra), Senor Missi (fisarmonica, violino e voce), Felix (basso) e Capitan Jimmy (percussioni e batteria) è arrivato sul piccolo palco de Il Maglio, locale di Sesto San Giovanni, in area Carroponte. Li avevamo intervistati e ci avevano detto d’essere una band fatta per suonare dal vivo con la gente a un metro di distanza e, sin dall’inizio del live, non hanno fatto altro che confermare il fatto d’esser portatori sani di una straripante allegria in grado di contagiare il pubblico. Tutto, non solo chi li conosceva già. E se il sogno utopico di cui ci parlano è quello di un mondo in cui il sole splenda senza accecare e l’amore regni sovrano, il live non può che essere il veicolo naturale per comunicarlo.

Gli España Circo Este portano sul palco la loro piccola rivoluzione: cantarci i problemi di una società in un modo diverso da quello scelto da tutti quelli che cercano di fare altrettanto. Davanti al palco de Il Maglio si balla, si saltella, non poche persone cantano anche sulle note dello ska punk di “Margherita”, del tango di “Un Paese” e sulla travolgente titletrack del loro ultimo lavoro discografico. Durante il ritornello, il pubblico si unisce in un coro capace di scaldare l’atmosfera e di far sciogliere in maniera definitiva tutti i presenti. Il livello della prestazione dei quattro è molto buono: basta guardarsi intorno per capirlo, dove si sorride ammirati dalla presenza scenica di una band in grado di far divertire un pubblico di varie fasce d’età. Accanto ai pezzi di “La Revoluciòn Del Amor”, a far ballare sono anche le note reggaeggianti di “Tu Lado” oppure gli echi balkan grazie alla fisarmonica (prima) e al violino (poi) di Senor Missi, come ne “Il Bucatesta”, loro cavallo di battaglia. Marcelo coinvolge, invita a cantare, suggerisce parole da gridare, scende dal palco, cammina fra i presenti e si dimostra capace di creare una forte empatia fra gruppo e spettatori. C’è spazio anche per “L’Italiano” di Toto Cutugno, unica cover della scaletta. Un’ora e mezza ad alta intensità, per uscire dal locale parecchio accaldati, non prima di aver scambiato due chiacchiere coi membri della band, cortesi, allegri e disponibili anche a fine serata.

Quella che era una sensazione, ora è certezza: la dimensione del gruppo è davvero quella del live, esperienza più che mai necessaria per chi li conosce e grande occasione anche per i neofiti degli España Circo Este.

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