Silence Exile & Cunning – ON

Un disco d’esordio a tre anni dall’EP che li presentò. Un suonato consapevole quello del progetto lombardo, calmo, pregiato, dalle molteplici influenze, che esplora senza lasciare la traccia che sembra essersi prefissato e che si sposta senza perdere l’orientamento.

Grande ombra dei Beatles, che torna e ricalca la sua presenza in più di un punto (contornata da tanto brit pop in generale), sebbene non si limitino per nulla: ritmi elevati (a Last, Proximate End mancano solo i fiati dello ska), frammenti di psychedelia, elettronica, passaggi discordi che sulla carta ben poco si adatterebbero al genere, un po’ di funk.

Strumentalmente è quasi ineccepibile, suonano con una padronanza ed una completezza davvero difficili da criticare; la voce sa essere forte, rapida come sussurrata e morigerata, adattandosi a tutto senza mostrare lacune. Spilt, Split, Split è il pezzo di apertura e forse quello da consigliare per un assaggio veloce, ma fermarsi ad esso sarebbe un peccato.

Sono bravi, poco da dire. Rimane però un disco poco immediato, che al primo ascolto non colpisce l’orecchio, richiede molti passaggi e la diffusione di un lavoro così può essere macchinosa: capiterà, forse troppo spesso, che ci si fermi ai primi due pezzi traendo conclusioni (assolutamente sbagliate) sull’intera opera. Vanno invece presi per intero, giudicati solo dopo che se ne ha una visione completa, almeno per cogliere appieno la capacità.