Roipnol Witch – Starlight

Band femminile (eccezion fatta per la batteria) modenese, al terzo disco: cantano un po’ in inglese e un po’ in italiano, così come il disco è nato a metà tra Italia e USA.

Parlano di persone conosciute e incrociate nel mondo, di rapporti umani in generale, lo fanno con una voce che ricorda moltissimo (soprattutto nelle parti nelle nostra lingua, per ovvi motivi) le voci femminili italiane del passato ma che sa variare senza difficoltà ed adattarsi quando le viene richiesto.
Si presentano con un look e una predisposizione molto più spinte di quanto poi dimostrino nel disco, sembrano porsi molto più verso l’attitudine punk di quanto mettano musicalmente in atto: non che siano particolarmente ferme su un genere specifico ma sicuramente dimostrano una tendenza virata verso il pop più significativa di quanto sembrano voler mostrare.
Un sottofondo elettronico che smorza i tratti più duri del disco (Goodbye e RNR Amaro), potrebbero essere schierate in quella matrice pop-punk che ha raggiunto il suo apice qualche anno fa con l’aggiunta di qualche tocco più innovativo.

Un lavoro valido che però non colpisce mai, scorre (nemmeno troppo velocemente) senza lasciare segno sull’orecchio di chi ascolta. Probabilmente chi ha un’attitudine più spiccata verso il genere potrebbe apprezzare ma è davvero difficile considerarlo un album incisivo da molti punti di vista, per evitare di ricadere in un calderone pieno di altri artisti e provare ad emergere dal mucchio bisogna fare di più, osare di più.