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Wiz Khalifa – Khalifa

2016 - Taylor Gang
hip-hop

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Tracklist

1. BTS
2. Celebrate
3. Elevated
4. City View
5. Cowboy
6. Bake Sale
7. Call Waiting
8. Make a Play
9. Most of Us
10. Zoney
11. Lit
12. No Permission
13. iSay

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Per buona parte della carriera, Wiz Khalifa è stato inserito nella categoria ”stoner rap”, che sta a sottolineare quanto il nativo di Pittsburgh sia un fumatore aggressivo. In realtà la sua fan base è composta da due metà: la prima composta dai fedeli, la seconda da tutti quelli che conoscono soltanto i singoli di successo che hanno scalato le classifiche. Ed ha funzionato bene per Wiz Khalifa: con un pubblico che non ha bisogno di conoscere l’altra metà, ma esiste fintanto che sarà alimentato un flusso costante di brani di successo.

Il suo sesto album in studio “Khalifa” è un album più personale. E’ anche un padre, che presenta un’altra occasione per scavare più a fondo. Ma “scavare in profondità” in realtà non è nel repertorio di Wiz, non ci riuscirà neanche stavolta, lui è su un altro piano ora, grazie forse al più grande successo della sua carriera (“See You Again”), una canzone che non era nemmeno nel suo album. L’unica traccia che potrebbe essere una potenziale hit è “Bake Sale” con Travis Scott, che apporta il suo sound e il suo tocco facendolo quasi suonare come un suo brano. Molto belle anche “iSay” e “Elevated”. Non mancano ovviamente gli inni alla marijuana: ”Call Waiting” ci offre un Wiz Khalifa cantante in compagnia della “sua compagna più fedele” e ”Lit” dove con Ty Dolla $ign fanno avanti e indietro a chi rolla e fuma di più. Ma tutto questo a scapito della promessa di un lavoro più intimista e privato. L’unico vero sguardo nella sua vita è ”Zoney”: “Coming up I always thought I’d be the runner up / Gave my all but it felt like it wasn’t enough”. E si chiude la traccia con un dolce dialogo col figlio Sebastian.

Forse “Khalifa” non era destinato ad essere un album “personale”; dopotutto non è intitolato “Cameron”. I veri fans sapranno comunque abbracciarlo (anche se distante anni luce da “Rolling Papers”), considerando le ottime produzioni e l’ottimo rap. Ma quante volte si può raccontare la stessa storia? Beh diciamo sempre, gli “stoners” hanno la memoria corta.

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