Impatto Sonoro
Menu

DANIELE CELONA – Diavolo Rosso, Asti, 15 aprile 2016

celona

I presupposti della serata unica ci sono tutti: al Diavolo Rosso di Asti si chiude la trionfale stagione di Indi(e)Avolato e ci si appresta a festeggiare l’ultima tappa dell’Amantide Atlantide tour di Daniele Celona.

L’atmosfera è – ovviamente – quella della festa. Tuttavia, è doveroso spendere qualche parola sulle sorti, ad oggi, incerte della spettacolare chiesa sconsacrata in centro ad Asti che – negli anni – ha dato spazio ad artisti ed eventi di grande spessore.
Ci auguriamo, vivamente, che possa continuare a farlo, poiché solo chi c’è stato può carpirne l’atmosfera unica resa, la sera del 15 aprile, ancor più emozionante grazie ai virtuosismi dell’artista torinese e della band allargata riunitasi per l’occasione.
Celona, infatti, ha condiviso il palco con una formazione di fuoriclasse: Davide Invena alla chitarra, Marco Di Brino al basso, Mario Rossi alla batteria e gli ospiti: Bea Zanin (che lo aveva già seguito nella tranche più intimista del tour: ‘V per Violoncelli’; insieme a Chiara di Benedetto) e Anthony Sasso degli Anthony Laszlo, con il quale si è spesso esibito in duo.
La serata ha concluso un tour (del quale non si esclude – tuttavia – una serie di date estive, prima di passare alla stesura del nuovo lavoro) che ha toccato l’Italia in modo capillare, a seguito dell’uscita del secondo album: ‘Amantide Atlantide’, nel 2015.
Album che si è prestato ai più disparati tipi di set live e che è approdato al Diavolo Rosso in veste elettro-acustica. Il concerto è stato – inoltre – registrato e, in parte, ripreso.
Si inizia con un quartetto di brani mozzafiato: ‘V per Settembre’, ‘Amantide’, ‘Precarion’ e ‘Acqua’: costellati di personaggi vivi e veri, che sono il giusto amalgama dei due album: ‘Fiori e Demoni’ e ‘Amantide Atlantide’.
Sono pezzi di maestria e ricercatezza, ma perfettamente bilanciati da una vena di purezza che non li rende mai fini a se stessi. Non ci sono debolezze nella trama musicale e nell’esecuzione, le chitarre graffiano là dove la voce lenisce. La musica di Celona è una carezza rabbiosa, facile da avvertire sulle note della splendida ‘Sud Ovest’, che trova ulteriore carica emotiva nella dimensione live.
Dopo la ventata energica di ‘Luna’ e ‘La Colpa’ è la volta di ‘Atlantite’, superba ballata eseguita in duetto con Levante, su disco (e per la prima volta insieme sul palco del Cap10100 di Torino, ad inizio aprile) e qui riproposta in chiave solista. Segue ‘Johannes’ brano complesso e feroce che dona ulteriori faville alla serata, insieme al cavallo di battaglia: ‘Mille Colori’.
Concludono la scaletta l’imprescindibile ‘Ninna Nanna’ e la struggente ‘Sotto la Collina’, ritratto agrodolce della ‘sua’ Torino.

Il calore del pubblico è palpabile e non sorprende: Celona ha verve e presenza scenica, artisti del suo calibro sono regali unici e assoluti. Facciamone tesoro!

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!