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Church Of Misery – And There Were None

2016 - Rise Above Records
sludge / doom

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Tracklist

01. The Hell Benders
02. Make Them Die Slowly
03. Doctor Death
04. River Demon
05. Confessions Of An Embittered Soul
06. Suicide Journey
07. Murderfreak Blues

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“C-c-c-change” direbbe il fu Duca Bianco, ed è proprio di cambiamenti che si parla quando si ha a che fare coi Church Of Misery. Ovviamente sto parlando della line-up mutante dell’altrettanto fu combo giapponese, perché a far gli onori dell’estremo oriente nella band è rimasto solo il bassista, nonché fondatore e unico rimasuglio dell’ormai sepolta formazione originale, Tatsu Mikami. Dopo il tour di “The Kingdom Scum” Narita, Kawabe e Fukusawa abbandonano la nave e lasciano solo Mikami che, in tutta risposta si fa un viaggetto nel Maryland e si premura di chiamare dei pezzi da ’90 dello sozzume sludge, death e compagnia estrema, quindi date il benvenuto a Scott Carlson – già ugola marcia dei virulenti Repulsion e compagno di viaggio dei Cathedral per qualche tempo – Dave Depraved dei Blood Farmers ed Eric Little, già dietro le pelli degli Earthride. Il risultato è garantito per chi ama queste formazioni, oltre ai COM, perché la cifra del nuovo “And There Were None” è merda buona da respirare a pieni polmoni.

Non che sia cambiato granché nell’impianto stoner/doom luciferino proposto da Tatsu, ma le differenze sono piuttosto evidenti, se mangiate pane e fango a colazione. Anzitutto la parte psichedelica apportata da Fukusawa grazie ai suoi synth se ne va affanculo, pronta ad essere rimpiazzata da una sana voglia di estrema marcescenza, che non fa mai male. Il suono è un altro, niente più assalti di batteria, benvenuti suoni percussivi anni ’70, secchi e sordi, in antitesi con l’attuale produzione stoner ecc.ecc. proposta da molti, mentre le chitarre diventano martelli da 10.000 tonnellate. L’affiliazione ai Black Sabbath è più evidente che mai e pezzi come “Make Them Die Slowly” sono al limite del plagio, ma si fermano un passo prima, permettendoci di godere al massimo, mentre la lingua dei Cathedral si fa sentire su “The Hell Benders” mischiandosi ai Crowbar più che ai Down come in passato. Il disco viaggia su velocità alterne e mediamente stronzeggianti, “Doctor Death” è l’esempio chiave, coi suoi andirivieni ‘n’roll super lordi, così anche per l’ultra bluesy “River Demon” o lo stomp mid-tempo di “Confession Of A Embittered Soul”. Ci prova, Mikami, a tornare indietro, con “Suicide Journey”, ma casca male, e viene fuori un minuto e mezzo scarso di stronzata.

Cambiare non è cambiato un beneamato, ma se vi piace rotolarvi nella torba, questo “omaggio” ad Agatha Christie fa proprio per voi, miei cari zozzoni. Nella speranza non vi manchino troppo tutti gli altri giapponesi passati per la Chiesa della Miseria.

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