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Interviste

Intervista ai PAGLIACCIO (e ALESSANDRO BARONCIANI)

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Abbiamo intervistato Alessandro Chiorino, frontman dei Pagliaccio, e l’illustratore Alessandro Baronciani (ora impegnato in Come Svanire Completamente, un nuovo progetto di crowfunding: http://comesvanirecompletamente.it/) in occasione della realizzazione di un video animato per il brano “Amore Cieco” del gruppo biellese (featuring gli Ex-Otago). Il brano parla dell’amore tra una coppia di persone non vedenti, un amore che va oltre la vista. Nel video creato da Baronciani un fantasma si innamora perdutamente di una ragazza e la segue sempre, non visto. Un vero e proprio “amore cieco”.

Come mai avete deciso di fare un video animato per questa canzone dopo aver fatto già un video che però “c’è ma non si vede”?
Alessandro Chiorino (Pagliaccio): «Ci sentivamo di dover chiudere il cerchio sull’uscita di questo brano, e forse perchè siamo un pó tradizionalisti e ci sembra naturale che all’uscita di un singolo corrisponda un videoclip; anche perchè attraverso di esso la canzone puó girare di più ed arrivare ad un numero maggiore di orecchie, ed è normale che, quando sei fiero di quello che hai fatto, questa sia una priorità.»

Il fantasma del video è nero e la ragazza invece è colorata di bianco: c’è una sorta di capovolgimento del colore usato di solito per rappresentare i fantasmi. Come mai qui il fantasma non è del solito bianco ma lo diventa solo alla fine? Cosa simboleggia esattamente?
Alessandro Baronciani: «Esattamente non lo so, però ho pensato che così si creava un bel contrasto! Penso sia importante non fidarsi sempre dei luoghi comuni. Non bisogna mai dare tutto per scontato. Un po’ come le persone che si fissano che gli elfi hanno le orecchie a punta e sono biondi e alti quando poi gli elfi sono creature immaginarie e uno può immaginarle come vuole. Quando ho iniziato a fare i primi schizzi avevo in mente i cartoni animati degli anni trenta americani e le prime storie a fumetti dove appare per la prima volta Macchia Nera… È il mio personaggio Disney preferito. IL fantasma assomiglia molto all’omino bianco che però è nero che serve per togliere le macchie in lavatrice, come appunto verso il finale del video. Quando pur di farsi notare decide di smacchiarsi in lavatrice il lenzuolo. Volevo creare qualcosa di comico e l’idea di un fantasma, da solo, in una lavanderia a gettoni che aspetta di lavarsi il lenzuolo bianco mi sembra abbastanza tragicomico.»

“Amore Cieco” parla di un amore tra due persone non vedenti corrisposto da entrambe le parti, qualcosa che va oltre la vista però effettivamente possibile, reale. Nel video invece c’è un amore impossibile, un fantasma che si innamora di una ragazza che non sa neanche che lui esiste, quindi da una delle due parti non è corrisposto. Oppure non è così? La ragazza è in qualche modo consapevole di un amore che la segue anche se non visto?
Alessandro Baronciani: «Perché impossibile? Magari non corrisposto. Io penso che comunque il fantasma è innamorato di lei. C’è una canzone dei Gene, un gruppo brit pop che cantava “Haunted By You” che è molto simile all’amore del Fantasma per la ragazza. Haunted e un po’ come dire posseduto da te. Nel senso che posso vivere benissimo anche senza di te, ma ogni tanto quel pensiero è un pensiero per te. “Amore cieco” è una canzone spettacolare perché il testo non si capisce subito. io ad esempio ci ho messo parecchio prima di capirlo. Perché si ascolta quasi sottofondo. È ironico, e scombinato. Una pop song perfetta. De Andrè diceva che nelle canzoni ci deve sempre essere qualcosa di “non capito” o che comunque di interpretabile. Affascina. Diventa ambigua. Ambiguo come l’amore provato dal fantasma per la ragazza. C’è anche un attimo, nel video, dove lei si toglie gli occhiali e quasi lo vede. In fondo non è male amare una persona senza che lei possa accorgersi di te. Penso a Charlie Brown e la ragazzina dai capelli rossi. O a quegli amori impossibili tipo Krazy Cat innamorata di un topo che gli lancia mattoni in testa oppure quello del lupo e del falco di Lady Hawk.»

Il fantasma segue come un’ombra la ragazza e in certi momenti sembra proprio essere la sua ombra vera e propria. E’ anche una metafora dell’accettare una parte di noi stessi che non mostriamo, per l’appunto non visibile per gli altri, e che non vogliamo accettare in qualche modo ma che dovremmo invece far vedere, mostrare alla luce? C’è anche un discorso dell’accettazione di un difetto, di una difficoltà che tendiamo a nascondere e a fare finta di non vedere? Un invito ad amare noi stessi?
Alessandro Baronciani: «Non ci avevo pensato. Mi piace quello che hai scritto.

Disegnare la musica: quanto è difficile far incontrare due tipi di arte diversi?
Alessandro Baronciani: «Non ne ho idea. Spesso in questi ambiti si parla spesso e si progetta tanto però non sempre si arriva a concretizzare qualcosa. Fa parte del gioco. Ci si annusa e si capisce se si va d’accordo. Alle volte non nasce niente, alle volte un video, un libro. Ma di solito io spero sempre che nasca un’amicizia come è successo con Colapesce con “La Distanza”. Alle volte invece sono commissioni, dove devi fare un lavoro su richiesta. Qui di solito vado sempre in panico. Soprattutto quando mi danno libertà assoluta. Io voglio iniziare da qualcosa! Quando succede è ovvio che non faccio mai niente. Se uno mi dice libertà assoluta io vado a fare i tuffi nudo al mare. Mi piace quando si va d’accordo e si crea sintonia. Il lavoro dell’illustratore è un lavoro molto solitario. Avere qualcuno con cui condividere anche e soprattutto le proprio incertezze è una cosa molto importante e quando succede viene fuori un bel lavoro.»

Se doveste fare un video di “Amore Cieco” non animato, come sarebbe la sceneggiatura di questo video? Come lo strutturereste?
Alessandro Chiorino (Pagliaccio): «Abbiamo fortemente voluto un video in animazione, ci sembrava giusto così e ci sembrava il pezzo giusto. A dirti la verità abbiamo anche pensato e valutato a qualche soggetto di “fiction” ma niente ci sembrava adeguato: il tema (l’amore tra due ragazzi non vedenti) è molto delicato e il rischio è di essere troppo didascalici e retorici, oppure di “andare totalmente da un’altra parte”. In qualche modo ci sembrava che la scelta della animazione permettesse di dare alla tematica quella leggerezza e nello stesso tempo quella sensibilità che serviva. Ale è riuscito a fare, per noi, esattamente questo. Normalmente siamo dei rompiscatole sulle scelte artistiche fatte per noi da parte dei nostri collaboratori… Questa volta non abbiamo detto una parola nè alla proposta del soggetto nè alla realizzazione del lavoro, semplicemente perchè era esattamente quello che volevamo.»

Per quale altro vostro brano vedreste bene un video animato? Vi piacerebbe ripetere l’esperienza per un altro pezzo?
Alessandro Chiorino (Pagliaccio): «Sì, ci piacerebbe. Come detto prima era da un pó che volevamo farlo. Abbiamo realizzato cinque videoclip e in tutti compariamo personalmente oltrettutto… Era ora di farci da parte! Al momento non ho idea di un pezzo specifico su cui si possa bissare l’esperienza ma sicuramente potrà ricapitare in futuro, magari con nuovi pezzi.»

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