Un secondo album a qualche anno di distanza dal primo, prodotto grazie al crowdfunding e alla voglia di continuare ad incidere musica.
Tutti pezzi molto spinti, un rock duro sostenuto da sferzate punk.
Chitarra a briglia sciolta, libera di condurre il tutto riempiendo di pause e assenze che la risaltano ancora di più. Batteria incontenibile, salta sui ritmi senza dover aspettare nessuno. Un basso protagonista che fa bene al cuore, mai in secondo piano rispetto a nulla. Voce roca, urlata, limpida o modulata a seconda delle necessità.
Testi zeppi di metafore, riescono perfettamente a riunire l’introspettiva del rock con la rabbia del punk per arrivare a qualcosa che trova armonia proprio nel suo essere grezzo, argomenti mai banali e spunti di vita più o meno quotidiana vissuti con gli occhi di chi suona e interpreta.
Non è facile descrivere un’energia così piena, va davvero ascoltata e vissuta in prima persona (sperando di poterlo fare dal vivo quanto prima), un disco che sprigiona ricordi e potenza da ovunque lo si guardi.
È sempre bello trovarsi davanti a lavori di questo tipo, in grado di ricordare quanto sia stupenda la forza senza fronzoli di una chitarra, un basso, una batteria e del cantato in italiano.