A un annetto e mezzo dal cartello di chiusura dell’attività postato su facebook e ad 8 anni circa dall’ultimo album “Il ritorno”, ecco nuovamente Gel, al rientro in un momento complicato, con una scena viva ed eterogenea come non mai, sia per quanto concerne personaggi che stili e sound.
“Io non sono buono” porta dunque un discreto fardello sulla spalle, se vogliamo ulteriormente appesantito da quella sua fissa per il cantato e per le ambientazioni pop, tendenze che solo episodicamente hanno buoni esiti e che invece quasi sempre portano sul mercato prodotti tipo l’ultimo lavoro di Coez.
A fronte di tante variabili, troviamo una certezza bella massiccia e rassicurante, ossia la produzione di Fuzzy, colonna portante del Quadraro Basement nonché ovvio e fortissimo aggancio con il passato di Gel.
Il risultato di tutte queste complesse dinamiche sono 10 tracce (+ 1 skip) dal sound sintetico ed internazionale, sganciato tanto dalla old quanto soprattutto dalla new school e che, pur risultando talvolta un tantino invadenti ed eccessive, fanno appieno il loro dovere assecondando con cognizione il buon Gel, in buona forma nonostante la lunga assenza e bello saturo di astio verso la contemporaneità in senso lato.
“Io non sono buono” non fa gridare al miracolo, è semplicemente un bel dischetto, orecchiabile e piacevole nel suo complesso, con alcuni picchi quali “Io non sono buono”, “Ho peccato” e “Vinci la guerra”.
Pertanto, la vera buona notizia è che la scena rap riacquista Gel, un personaggio assolutamente di rilievo per quello che ha fatto nel passato e, dopo aver ascoltato ed apprezzato “Io non sono buono”, per ciò che certamente farà in futuro, auspichiamo prossimo.