11 anni sono tanti, certo. Ma se lasci un segno profondo come quello lasciato da Medda & Goedi possono davvero apparire “Come 11 secondi”.
Ed è incontrovertibilmente così con questo nuovo lavoro, come da prassi con un numero nel titolo e che si rivela fin da subito quale perfetto sequel di “13 pezzi per svuotare la pista” (2003) e “16 punti di sutura” (2005), grazie ad un’intesa spontanea e fresca come alle origini, alle produzioni di Goedi sostanzialmente hip hop ma sempre con influenze attuali+internazionali+trasversali e ad un Medda ancora abilissimo costruttore & distributore di rime.
“Come 11 secondi”, oltre a suonare decisamente bene, colpisce perché ha il merito di non essere una mera e banale riproposizione del passato, non è un revival finalizzato a monetizzare in un momento nel quale il rap in Italia è business assoluto e vero fenomeno di massa. Tutt’altro! È un disco che suona coerente ma allo stesso tempo differente ed evoluto, che non campa sulle proprie origini ma che, pur rivendicandole, riesce a suonare ancora una volta nuovo e avanti.
11 tracce che fanno muovere cranio ed articolazioni ma che contestualmente agevolano riflessioni tutt’altro che banali e che, seppur trattando anomalie oramai consolidate e iper note della società attuale, riescono a farlo con stile ed il giusto grado di irriverenza, nessuna prosopopea o altarino dal quale proferire il verbo, solamente tanto realismo ed un ben dosato mix di ironia, amarezza e faccia tosta.
Insomma, un ritorno assolutamente da primissima classe del rap. Che come +/- diceva il celebre aforista papillon dotato ”Tutto passa. E, purtroppo per fortuna, talvolta ritorna”.