L’energia c’è. Una sana rabbia anche. Ma manca qualcosa in questo primo lavoro dei Diecicento35.
“Il piano B” risulta ancora piuttosto acerbo, anche se l’idea c’è ed è anche piuttosto valida.
Un graffio non troppo profondo quello della formazione torinese.
Un pop-rock sporcato di attitudini punk e decorato con un violino elettrico. Il che sarebbe anche un esperimento originale. Ma che deve ancora trovare una sua dimensione, acquisire carattere e potenza. Uno strano incrocio tra chitarre pesanti e cantautorato, con una voce forse un po’ troppo dolce e limpida (piacevole, chiara, ma manca un po’ di mordente).
Dal punk-rock di “In caso d’incendio” a “Slim”, una sorta di ballata arrabbiata solo voce e chitarra, da “Matrimoni”, pezzo dal sapore cinico con una simpatica intro, a “Centomila” in cui chitarre e violino intraprendono un dialogo interessante: “Il piano B” contiene spunti piuttosto validi che andrebbero approfonditi e sviluppati meglio.
Un sano rock, semplice, senza tanti inutili fronzoli che però deve definire meglio la sua personalità, con più decisione e meno paura.
Una forza insomma che c’è, è presente, ma che aspetta di uscire fuori completamente, di farsi le ossa.
Un album tuttavia genuino e sincero, una prima prova sulla quale cominciare a costruire qualcosa di più incisivo.
Rimaniamo in attesa di un pugno più duro, di contorni più nitidi.
Di un piano A.