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Race – Il Colore Della Vittoria, di Stephen Hopkins


Scheda

Titolo originale: Race
Nazione: USA, Germania e Francia - 2016
Regia: Stephen Hopkins
sceneggiatura: Joe Shrapnel, Anna Waterhouse
Fotografia: Peter Levy
Montaggio: John Smith
Musica: Rachel Portman
Genere: Sportivo - Biografico
Durata: 134’
Sito internet: http://www.focusfeatures.com/race
Cast: Stephan James, Jason Sudeikis, Eli Goree, Shanice Banton, Carice Van Houten, Jeremy Irons, William Hurt, David Kross, Jonathan Higgins, Tony Curran
Produzione: Forecast Pictures, Solofilms, Trinity Race
Distribuzione: Eagle Pictures
Nelle sale dal: 31 marzo 2016
Voto: 6

La vita sportiva, e non solo, dell’atleta di colore Jesse Owens, dal momento del suo approdo all’Università dell’Ohio, sino alla partenza che ebbe come destinazione i controversi giochi olimpici di Berlino.

Odiato in patria negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale perché accusato di essere il simbolo sbagliato, troppo buono e accondiscendente, della minoranza Afro- americana che viveva fra le ‘solide e democratiche’ mura statunitensi. Odiato negli anni di college sempre per un colore della pelle ‘decisamente troppo sbagliato’. Figlio della grande depressione che non risparmiava nessuno, di certo non una famiglia di immigrati nel siderurgico Ohio, e proveniente dal natio Alabama; ma dotato di un talento che lo rese capace d’incantare e superare qualsiasi ostacolo che gli si parasse di fronte, causa una velocità eguagliata in seguito solo da Carl Lewis e da pochi altri atleti. Questo era Jesse Owens, e di certo molto di più.

Stephen Hopkins dedica al campione di Cleveland oltre due ore di Biopic ben ricostruito e per l’occasione in salsa perfettamente melensa, ove all’infido pericolo nazista si oppone un’America altrettanto razzista e approfittatrice, capace di domandare ai propri atleti di colore di impegnarsi sino allo spasimo, negando loro il giusto tributo per le numerose medaglie propagandisticamente portate al collo dello ‘Zio Sam’.

Stephen James aggiunge alla pellicola un’interpretazione completamente fisica fatta di nervi, muscoli, sudore e poche battute, ma che nuovamente affonda le radici nelle miserie americane, perché se prima era stato interprete di Selma – La strada per la Libertà, dedicato alla marcia per i diritti civili del 1965, ora diventa nuovamente simbolo della lotta al razzismo e che si tratti di nuovo o di vecchio mondo poco importa. Si aggiunge al cast un magistrale Jeremy Irons, nella parte dell’affarista e successivamente presidente del CIO Avery Brundage mentre di Hitler, che parla quasi sempre per mano del ministro della propaganda nazista Goebbels, se ne perdono le tracce quasi subito.

Film da vedere fondamentalmente per rievocare un pezzo di storia non troppo recente ma mai del tutto dispersa nel tempo. Una pellicola da vedere per ricordare il vero e probabile eroe di Berlino ’36: L’ariano campione tedesco Carl ‘Luz’ Long, tristemente e ingiustamente scomparso a soli 30 anni sul fronte Italiano.

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