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Jack White – Acoustic Recordings 1998-2016

2016 - Third Man Records
acoustic

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Tracklist

>01. Sugar Never Tasted So Good
02. Apple Blossom (Remixed)
03. I’m Bound to Pack It Up (Remixed)
04. Hotel Yorba
05. We’re Going to Be Friends
06. You’ve Got Her in Your Pocket
07. It’s True That We Love One Another
08. Never Far Away
09. Forever for Her (Is Over for Me)
10. White Moon
11. As Ugly as I Seem
12. City Lights
13. Honey, We Can’t Afford to Look This Cheap
14. Effect & Cause
15. Love Is the Truth (Acoustic Mix)
16. Top Yourself (Bluegrass Version)
17. Carolina Drama (Acoustic Mix)
18. Love Interruption
19. On and On and On
20. Machine Gun Silhouette (Acoustic Mix)
21. Blunderbuss
22. Hip (Eponymous) Poor Boy (Alternate Mix)
23. I Guess I Should Go to Sleep (Alternate Mix)
24. Just One Drink (Acoustic Mix)
25. Entitlement
26. Want and Able

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Le mille anime di Jack White questa volta lasciano spazio ad una sola di loro: quella acustica. L’artista prende alcuni brani dei suoi White Stripes, dei suoi Raconteurs, della sua carriera da solista, più un inedito e mostra tutta la sua vena blues e folk, l’aspetto più intimo della sua storia musicale ma non meno ruggente. Una selezione di ventisei brani che spazia dal 1998 ad oggi tra mix acustici e versioni alternative di pezzi più o meno celebri del passato del musicista di Detroit.
Una raccolta intima, in attesa di qualcosa di nuovo.

L’acustico in un’altra sua dimensione: non solo voce e chitarra, ma una ricchezza di sonorità, un’esplosione di strumenti.
In questa antologia si parte dai White Stripes, da “Sugar Never Tasted So Good” di quell’album omonimo che ha segnato il debutto del duo, dal dolore di brani come “Forever For Her (Is Over For Me)”, dal mistero di “White Moon”, dal pianoforte e dalla voce tormentati di “Honey, We Can’t Afford to Look This Cheap” e dall’inedita “City Lights” che risale alle registrazioni di “Get behind me Satan”. Per spezzare, troviamo “Love Is The Truth”, breve canzonetta scritta per uno spot della Coca Cola. Subito dopo ci immergiamo nell’epoca Raconteurs con una bellissima versione bluegrass di “Top Yourself” ed un’introspettiva “Carolina Drama”. E per chiudere, alcuni pezzi dei dischi realizzati da solista da Jack White come l’intensa “Love Interruption”, “Blunderbuss”, il folk-blues scatenato di “Machine Gun Silhouette” e la versione straordinariamente solo voce e chitarra di “Just One Drink”.

Jack White mette da parte il rock e tira fuori quello che è ed è sempre stato il suo concetto di acustico: un modo più dolce, ma non per questo deciso, di fare musica. Un modo forse di chiudere in qualche modo con il passato, di mettere insieme storie e trasformazioni per (magari) iniziare un capitolo nuovo tutto da scrivere. Un doppio LP in cui le novità scarseggiano ma che mette in luce il lato più profondo di un artista. Ora possiamo andare avanti.

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