Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

J-Ax & Fedez – Comunisti Col Rolex

2017 - Sony Music
pop / hip hop

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Assenzio (feat. Stash e Levante)
2. Comunisti col Rolex
3. Il giorno e la notte (feat. Giusy Ferreri)
4. Senza Pagare
5. Fratelli di paglia
6. Tutto il mondo è periferia
7. Milano intorno
8. Vorrei ma non posto
9. L’Italia per me (feat. Sergio Sylvestre)
10. Musica del cazzo
11. Piccole cose (feat. Alessandra Amoroso)
12. Cuore Nerd (feat. Alessia Cara?)
13. Anni Luce (feat. Nek)
14. Meglio tardi che noi (feat. Arisa)
15. Allergia (feat. Loredana Bertè?)
16. Pieno di Stronzi


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Informazioni di base

Arriva finalmente il nuovo progetto nato dalla collaborazione dei due portabandiera dell’hip hop nostrano, J-Ax e Fedez, che portano su disco tutta una serie di collaborazioni con artisti che, più o meno, nascono e muoiono nella cerchia di quelli usciti da talent di varia natura. “Comunisti Col Rolex” è il risultato dell’unione naturale di due personaggi che condividono gli stessi ambienti, le stesse inclinazioni professionali e, molto probabilmente, le stesse idee sull’attualità del nostro paese. Da un lato la voglia di denunciare quella che è ormai un’abitudine di alcune correnti di pensiero di questo paese, relativamente alla possibilità che un paladino dei cosiddetti “morti di fame” possa arricchirsi (del tutto legalmente, ovviamente) e continuare a fare il paladino senza troppi patemi d’animo, dall’alto la furba tendenza a confezionare hit prendendo le briglia sciolte di altri cavalli pazzi che vanno in giro a confezionare altre hit alla cazzo di cane e metterli tutti insieme in un album.

Obiettivi

L’obiettivo principale di “Comunisti col Rolex” è quello di convertire. Non di vendere dischi, non è più questa l’intenzione di chi fa musica in questo paese, perché, in gran parte, nessuno ci riesce più tramite i metodi tradizionali. Ecco, dunque, che la conversione è più utile alle figure di J-Ax e Fedez. I due si propongono di portare, alle porte della prossima estate, dopo questo freddo inverno, nuovi messaggi “intelligibili” attraverso la loro musica e guadagnarsi l’interesse di più persone possibili per riempire i palazzetti, favorire il download a pagamento e favorire le visualizzazioni dei video già in programma. Ulteriore, e mai sottaciuto, obiettivo, quello di portare le persone a perpetuare uno status di riflessioni di bassa lega su argomenti di relativa importanza come l’amore, la società e, soprattutto, i soldi.

Metodi

La strategia “virale” legata a “Comunisti Col Rolex” nasce nell’estate del 2016, quando J-Ax e Fedez portano alla ribalta quella che, giustamente, può essere considerata come la “hit del momento”, il cosiddetto “tormentone”, con il brano “Vorrei Ma Non Posto” che anche in questo “Comunisti Col Rolex” viene riproposto, fosse mai che pensassero che ci siamo scordati di questa plateale rottura di cazzo perpetua, quotidiana, ridondante. Insieme a tutto questo arrivano le collaborazioni eccellenti con artisti “freschi”, come Calcutta, Levante e quella cisti sebacea di Stash, cantante dei Kolors, gruppo pop uscito dalla scuderia di Maria De Filippi, simbolo di quello che siamo oggi, dopo due guerre mondiali e tanto patimento legato anche all’aumento limitato degli stipendi rispetto alla corsa dei prezzi, e collaborazioni con artisti più affermati come l’ex-cassiera Giusy Ferreri, per il brano “Il Giorno E La Notte”, bello come la frizione della Panda Multijet, e Nek, per il Brano “Anni Luce” che, perlomeno, può contare su una voce di un certo effetto.

Conclusioni

Comunisti Col Rolex” si candida a diventare in maniera repentina il manifesto dell’ennesima generazione che si butta nel cesso con una corda al collo. J-Ax e Fedez, promotori di un linguaggio stupido, inadeguato ad una società multilivellata e caratterizzata dall’aumento dell’alfabetizzazione, scrivono musica per gli ultimi. Non gli “ultimi” che immaginate voi. Non quelli che soffrono o che muoiono di fame e di sete. Gli ultimi della catena del progresso, quelli che, in un lontano giorno caratterizzato da un’alba violacea in un mondo in cui la temperatura media sarà andata ben oltre i due gradi centigradi rispetto alla normalità, si porteranno sul fondo di questo mare di merda anche tutti gli altri. Lo sfruttamento di un’immagine provocatoria in tutta la sua inutile stupidità continua a funzionare soprattutto nel mercato musicale. Dopotutto, la vera provocazione è una sottile linea quasi trasparente: come definireste voi, magari dopo aver passato decenni di gavetta in giro per i più inutili buchi del paese a suonare canzoni di merda ma scritte con il sudore della fronte, il lavoro quotidiano, quel gesto del quasi trentenne che, da dietro una scrivania con un microfono a portata di bocca, vi giudica dopo essere approdato in tv via Youtube? Una provocazione, no?

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni