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Intervista ai BLACK HEART PROCESSION: i 20 anni della malinconia inalterata di “1”

Black Heart Procession

Oggi, nel 2017, tornare indietro di vent’anni (o quasi) è uno sforzo non da poco. Distratti dall’ignobile quantità di informazioni, gran parte di esse da leggersi come “stronzate”, risucchiati dagli schermi e in possesso di sempre meno tempo per guardarci indietro, figurarsi per andare avanti. Ma, si sa, la “nostalgia canaglia” trova sempre il tempo di tornare a farsi sentire e non sempre portandoci ad occupare il flebile tempo che abbiamo a nostra disposizione riproponendo a noi stessi qualcosa di buono, intenso, importante. Ci perdiamo, nuovamente, in un dedalo di ricordi confusi e di poco conto, giusto per darci un tono da “io c’ero” che non interessa veramente a nessuno.

A volte capita, però, che in questo turbine di ritorno alla luce di cose passate qualcuno decida di metterci davanti a quell’intensità che non siamo riusciti a trovare da soli. Oppure a cui non abbiamo preso parte per motivi anagrafici, o chissà cos’altro. Gli anni delle reunion sono formalmente passati, si registra ancora qualche attività di ritorno in extremis, ma nulla in confronto a quando ci siamo visti ripassare davanti, che so, i Police o i Black Flag o, perché no, i Kyuss. Quella dei Black Heart Procession non è una vera e propria reunion in senso stretto, anzi. È semplicemente un ritorno alle origini. Per metterla sul ridere Pall Jenkins e Tobias Nathaniel ripartono da uno. “1” è uscito il primo gennaio del 1998 ed è stato, dunque, registrato durante il 1997, un anno che musicalmente ci ha dato tanto e che ha visto i generi svoltare in modi fino a quel momento impensabili, o quasi.

Non a caso prima ho parlato di nostalgia, ma se volessimo essere precisi qui si dovrebbe tirare in causa la malinconia. Il primo album dei BHP è, infatti, un coacervo di sensazioni polverose come pochi altri dischi sono riusciti a comunicare. Bollato come indie da quasi chiunque è, invece, qualcosa di più. Esce a meno di un anno di distanza da “Another Desert, Another Sea” dei Three Miles Pilot ma la differenza tra le due realtà è subito palpabile. I BHP viaggiano in territori molto più quieti. Il disco è un morbido viaggio nella polvere, influenzato con forza dalla tradizione americana piegata ai nuovi linguaggi che emergono con forza alla fine degli anni ’90. Anni di alt-country e cantautorato obliquo, elementi che fanno capolino in brani come “Heart Without A Home”, “Blue Water – Black Heart” e “The Waiter”, accompagnati da strani fantasmi vaudeville tutt’altro che leggero in “The Winter My Heart Froze” e ancora inquietudini proprie di inizio ‘900 che divorano la melodia di “Stitched To My Heart”. Se di indie, pur anomalo, volessimo parlare, il momento più vicino al precedente progetto del duo è “Square Heart”, pur sempre affiancato dall’immancabile pianoforte, protagonista indiscusso dell’album.

Potremmo stare qui un’altra oretta buona a discutere del contenuto di “1” ma non vi tedieremo oltre. Lasciamo la parola, infatti, ai due diretti interessati, pronti a spiegarci cosa accade ora in casa Black Heart Procession, anche in vista del tour italiano durante il quale presenteranno dal vivo e per intero il loro album di debutto (trovate tutte le info del caso più sotto).

Sono passati quasi 20 anni dall’uscita del vostro debutto. Come nasce l’idea di ritornare a proporlo dal vivo e come vi aspettate l’accoglienza del pubblico?
Pall: questa idea è venuta a noi e a Steven, il nostro booking agent, mentre discutevamo della realizzazione di un tour basato su un disco. Toby e io abbiamo optato per suonare l’album “One”. Credo che al pubblico lo show piacerà. Lo spero.
Tobias: Sì, [20 anni] sono passati e questo è certo.
Uno strano uccello, una specie di corvo grigio e nero mi ha detto che dovrei prestare attenzione a tutte le cose che accadono intorno a me. E così ho fatto. Tutto intorno a me diceva “suonate il vostro primo disco dal vivo. Il pubblico alla fine risponderà, in un modo o un altro”.
E ho pensato “Ah, ok, mi sembra abbastanza giusto”. Il corvo grigio e nero mi ha risposto “CRA”.
Ho immediatamente chiamato Pall per comunicargli questa rivelazione.

In che modo i progetti paralleli su cui vi siete concentrati in questi anni hanno influenzato il lavoro con i Black Heart Procession?
T.
: Per me è successo l’inverso: ora ho i Red Step che sono più Rock che Roll, però sento che quello stesso uccello è un po’ più arrabbiato di quando stava appollaiato sul davanzale dei BHP. Dice “CRA” e io rispondo “ok, va bene”.
P.: Per me non è così… I Black Heart hanno una loro forma di vita propria. Io e Toby abbiamo un modo di lavorare sereno e compatto insieme. Gli altri progetti sono solo “altri progetti”.

Dopo il tour avete in programma di tornare in studio? Avete nuovo materiale originale per far sperare i fan in un nuovo disco?
T.: Sì, ho intenzione di registrare dopo questo tour. Ho 13 canzoni pronte per essere rese pubbliche. Un uccello tutto nero mi guarda in modo strano… mentre l’uccello grigio e nero dice “CRA”.
P.: Mi piacerebbe tantissimo registrare un altro album dei Black Heart. Vedremo. Lo spero.

Il vostro disco di debutto “1” era molto intimo e melanconico: dopo quasi 20 anni  come è cambiata la vostra percezione del mondo dalle riflessioni fatte su quel disco ad oggi?
P.: I Black Heart sono un vecchio abito che veste ancora bene. Mi piace indossarlo.
Il mondo è Oscuro e ciò fa in modo che l’abito stia ancora meglio addosso. Potrei dormirci per tutto il tour.
T.: L’uccello grigio e nero mi ha detto di dire che il mondo cambia… ma alla fine perdiamo tutti.

Cosa vi piace maggiormente tra le tendenze musicali emerse in questi ultimi anni? Ci sono artisti o gruppi che hanno colpito la vostra attenzione?
P.: Non gradisco seguire i trend e, infatti, tendo a cambiare direzione quando ne vedo uno.
Mi piace un sacco di musica. Band a cui sono affezionato sono i War on Drugs e Kurt Vile. Mi piacciono anche Bohren & der Club of Gore. C’è sempre buona musica da trovare.
T.: CRA

Queste le date italiane dei Black Heart Procession:

3 MARZO –  PORTO S. ELPIDIO (FM) – TEATRO DELLE API / RASSEGNA KLANG
4 MARZO – BOLOGNA – LOCOMOTIV w/ Grimoon + World’s Dirtiest Sport
5 MARZO – TORINO – SPAZIO 211 w/ Grimoon + World’s Dirtiest Sport
6 MARZO – PERUGIA – URBAN LIVE CLUB (DEGUSTAZIONI MUSICALI) w/ World’s Dirtiest Sport
7 MARZO – ROMA – LOCANDA ATLANTIDE w/ World’s Dirtiest Sport
8 MARZO – MILANO – CIRCOLO MAGNOLIA w/ World’s Dirtiest Sport

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