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Are You Real? – Songs From My Imaginary Youth

2017 - Dischi Soviet Studio / Sisma
psych / elettronica

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Tracklist

1. Song For A Stranger
2. We Are The Wild Things
3. Run
4. Behind Your Eyelids
5. Shaman Punk
6. There Was A Man
7. The Great Unknown
8. I Kissed Alice
9. I Don't Wanna Die Young


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Are you real? è lo pseudonimo scelto da Andrea Liuzza per rappresentare il suo alter ego artistico, mentre la sua ultima creazione s’intitola “Songs from my imaginary youth”, un disco tanto complesso quanto autentico.

L’album si apre con un pezzo potente, “Song of a stranger”, chitarra elettrica e batteria contrastano con la delicatezza del cantato, una miscela ben riuscita che crea un’atmosfera ricca di pathos. Si prosegue con “We are the wild things”, il suono della chitarra diventa più aspro, la voce è sempre in primo piano, qualche contaminazione di stampo brit-pop anni ‘90 va ad arricchire un pezzo di per sé già imponente, un pezzo che se fosse firmato da qualche gruppo blasonato verrebbe passato compulsivamente in radio e rientrerebbe nelle classifiche dei singoli più ascoltati e scaricati. L’autore è un emergente, purtroppo sulle frequenze radiofoniche continueremo ad imbatterci nelle canzonette scritte da altri di chi cerca scorciatoie passando per la tv.

Si cambia atmosfera con “Run”, suggestioni oniriche che esplodono in un ritornello che rimane facilmente in testa, un pezzo che evoca lo stile dei Thirty seconds to Mars, cosa che a mio avviso non rappresenta propriamente un fatto positivo, nel complesso un po’ stucchevole; l’attenuante potrebbe essere che si tratti di una mera casualità.

In canzoni come “Behind your eyelids”, “There was a man” e “I kissed Alice” non si deve far altro che lasciare che la musica scorra, le anime gentili si ritroveranno ad ammirare le stelle in una dimensione che accarezza il sogno, e se si è fortunati con buona probabilità  anche quelle dall’indole hardcore.

A metà disco si raggiunge il punto più alto dell’album, “Shaman Punk”: una commistione geniale di rock, poesia ed influenze tribali. “The great unknown” ribadisce un concetto già piuttosto evidente: Are you real? dimostra di avere una consapevolezza, uno stile ed uno spessore artistico tipico solo di chi ha qualcosa di interessante da dire e ha le capacità per farlo. Si chiude con “I don’t wanna die young”, un melting pot di suoni in cui rock e melodia finiscono per esaltarsi a vicenda.

“Songs from my imaginary youth” è un album che non teme le sperimentazioni, ricco di influenze ma originale proprio per la sua voglia di non emulare nessuno; il suo autore è decisamente uno da tenere d’occhio.

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