Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Blanck Mass – World Eater

2017 - Sacred Bones Records
elettronica

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. John Doe's Carnival Of Error
2. Rhesus Negative
3. Please
4. The Rat
5. Silent Treatment
6. Minnesota / Eas Fors / Naked
7. Hive Mind


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Io a ballare ci sarò andato un paio di volte, pentendomene amaramente. Ciò detto non invidio chi va a far muovere i fianchi ora nei club (non solo nelle discoteche, andiamo più nello specifico). Tra Calvin Harris, David Guetta, gli ultimi ed inutili (non vogliatemene) Daft Punk, Chet Faker, la mediocrità mai nascosta dei Justice e altre boiate micidiali adorate dal gotha alternative più a là page, tipo quella cazzata di Major Lazer o i deprecabili Die Antwoord, non so proprio come verrebbe in mente a qualcuno dotato di orecchie funzionanti di riuscire a muoversi adeguatamente. 

Ora mi potrete dire che Blanck Mass, progetto solista di Benjamin John Power dei micidiali Fuck Buttons, non è roba che un dj sano di mente spinnerebbe volentieri in qualsivoglia contesto, pur alternativo che possa essere, e invece avete torto marcio. Premetto che nel mio club dei sogni i signori dietro ai piatti potrebbero far girare Soulwax, Hercules And Love Affair, Alec Empire e via dicendo. Ma sono stato al Club To Club quest’anno e, fidatevi, di pappa buona ce n’è poca. Invece c’è di che saziarsi col secondo album in studio del musicista inglese intitolato “World Eater”. La copertina ritrae un lupo che digrigna le zanne e mai immagine fu più azzeccata. Il disco in questione fa male.

Se “Dumb Flesh” mostrava un lato techno di classe satinata, con tutto che di aggressività se ne trovava pur nascosta tra le pieghe di un’elettronica di spinta morbida, in questo nuovo lavoro il buon Benjamin esprime tutt’altro sentimento pescando a 360° dalla musica elettronica tutta e infestando il proprio lavoro con influenze tanto di pregio quanto pericolose. A fare da trait d’union con il precedente lavoro troviamo morbide cavalcate techno come la sontuosa “Silent Treatment” e la house infected (sottilmente influenzata dallo stile detroitiano) di “Please” ma il piatto si riscalda a temperatura altissima grazie alle soluzioni aggrotech/EBM di “Rhesus Negative” (chiaramente figlia di mostri come Atari Teenage Riot e Das Ich anziché no) e le mostruosità industriali messe in bella vista sulla revoltingcockiana “The Rat”.

Sembra invece uscita dalla colonna sonora di “Tetsuo The Iron Man” la disturbante e liquida “Minnesota / Eas Fors / Naked” coi suoi sette minuti e mezzo di powernoise alienante che rimandano ai bei tempi dei Bastard Noise e, ovviamente, Merzbow. Chiude il cerchio del discorso “nel mio club dei sogni ballerei da Dio” la stupenda “Hive Mind”, chillout a spinta cubica di cui godere a testa bassa e dondolante che prende il Thom Yorke solita e lo spinge in un vortice di disagio groovy da starci male.

Insomma, se siete dj e state leggendo ‘sta recensione fiondatevi a comprare questo cazzo di vinile e fate il vostro lavoro, buttate nel cesso la robaccia che gira ora e fate vedere che siete più fighi di tanti altri vostri colleghi. Tutti gli altri possono benissimo ballare e basta.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni